GIALLO DI VIA CUFRA
Nell'abitacolo c'era «polvere bianca»
Sarà eseguita il prossimo lunedì l'autopsia sul corpo del tunisino Neji Dhahri, 49 anni, trovato morto martedì pomeriggio in un parcheggio di via Cufra (zona via La Spezia) dentro un'auto incidentata. L'uomo era seduto su uno dei sedili. Nell'abitacolo c'era della frutta e una polverina bianca che gli inquirenti stanno analizzando.
La segnalazione della presenza dell'uomo è arrivata da un frequentatore della vicina moschea, e ha mobilitato i mezzi di soccorso (purtroppo inutili), oltre che polizia e carabinieri.
Gli agenti della Squadra Mobile, coordinati da Filippo Cocca, e gli uomini del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) dei carabinieri, stanno lavorando sui rilievi e sui primi accertamenti fatti sul posto.
Sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza dell'autofficina davanti alla quale si trovava l'auto - ora sequestrata - in cui è stato trovato il tunisino, e sono stati sentiti i testimoni. Nella zona c'è un notevole via vai di gente soprattutto in questo periodo di Ramadan (iniziato il 10 marzo), quando i fedeli si riuniscono in preghiera.
Neji Dhahri era in Italia da una ventina di anni. In Tunisia aveva lasciato una moglie, da cui era separato, e due bambine che sorridono felici nelle foto del profilo facebook dell'uomo, esibendosi in caprioli e salti in un cortile.
La vita di Neji a Parma sembra segnata da grandi speranze, ma altrettanto grandi fragilità. Ci sono piccoli lavoretti precari e problemi di tossicodipendenza, tanto che l'uomo finisce in carcere per spaccio di stupefacenti. Un'esperienza che lo prova duramente, fino a quando, grazie ad una misura alternativa, viene accolto in una delle case-comunità di don Umberto Cocconi.
In un appartamento di via Monte Penna, gestito dalla comunità, Neji vive per circa otto mesi, assieme ad altre due persone. È, spiega don Cocconi, il momento della speranza: il tunisino promette di voler chiudere con il passato, dice di volersi ricongiungere con la famiglia.
Il sogno di un lavoro stabile arriva con un furgone, con il quale il tunisino offre un servizio di sgombero locali. Il furgone appare sulla pagina facebook dell'uomo pochi mesi fa, a metà dicembre 2023, fotografato, con tanto di scritte promozionali, anche nel cortile della Pilotta, davanti al Municipio. Un mezzo di lavoro che era anche giaciglio per la notte.
Di quella avventura imprenditoriale nulla si sa, se non che il furgone viene sequestrato dalla polizia locale e mai più restituito.
Dalle testimonianze degli amici connazionali, ricomincia un altro periodo nero per l'uomo, che ricade nella droga e ha problemi di salute. Senza più un posto per dormire, Neji si corica di notte nelle auto incidentate parcheggiate nei pressi dell'officina. Di giorno frequenta la moschea per le preghiere, avendo come unico appiglio la comunità islamica. Ma per lo più passa le giornate senza uno scopo, sempre più solo e probabilmente disperato.
L'ultima volta viene visto sabato 9 marzo, poi scompare nel nulla. Fino al ritrovamento di martedì scorso. Una morte ancora senza causa, sulla quale forse l'autopsia potrà dire la parola definitiva.
r.c.