PARMA CALCIO
Riecco Valenti, un anno dopo: «Ora mi sento più forte, vogliamo la serie A»
Il Parma ritrova il difensore argentino
Collecchio Tutti gli occhi, in casa Parma, erano puntati su di lui: Lautaro Valenti. Il difensore è tornato a giocare 90’ a 356 giorni di distanza dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, durante la partita che il Parma stava giocando contro il Palermo.
Una lotta per ritornare a essere se stesso, senza mai forzare i tempi, cercando il momento giusto per mettersi a disposizione di mister Pecchia. Ed il momento giusto è stato il match amichevole contro il Lugano: «Tornare a giocare dopo un anno mi ha reso felice. Il percorso è stato complicato, non solo dal punto di vista fisico ma anche a livello mentale».
Già, la mentalità. Lautaro è diventato uomo in questi dodici mesi. O meglio, è diventato padre di Noah che il 23 maggio compirà un anno: «A poca distanza dall’infortunio è nato il mio primo figlio. Mi ha cambiato la vita. La sua presenza mi ha fatto crescere anche dal punto di vista psicologico. Ora mi sento sicuramente più forte e più maturo di prima. All’inizio, però, è stato davvero difficile: pensare a tutti quei mesi senza toccare il pallone. Era complicato da accettare».
Dalla gara con il Palermo a quella contro il Lugano. Lautaro Valenti viaggia nel tempo e ricorda il suo percorso. Un percorso complesso ma che stava trovando la giusta traiettoria: «Stavo giocando bene quando mi sono rotto il legamento crociato. Ero in un buon momento della mia carriera. Ora che sono tornato in campo ho riprovato le stesse sensazioni. La squadra sta rendendo al meglio: c’è stato un notevole cambio di mentalità rispetto allo scorso anno. Il nostro obiettivo è conquistare la serie A. Siamo una famiglia: farò quello che servirà per aiutare il gruppo».
E proprio parlando di serie A, il difensore crociato si sofferma sulle difficoltà di questo rush finale. La sua visione sul momento che dovrà vivere il Parma da qui fino alla fine della stagione, non lascia scampo ad equivoci. «Dobbiamo affrontare ancora otto finali: non abbiamo stilato nessuna tabella. Guardiamo le singole partite e ci prepariamo al massimo sulla gara che il calendario ci pone davanti».
Ma la realtà riporta l’attenzione sul friendly match contro il Lugano, che ha palesato l’ottima condizione psicofisica degli uomini a disposizione del tecnico Pecchia: «Anche se si è trattato di una semplice amichevole, abbiamo dimostrato che vogliamo sempre vincere. Bisogna allenare la testa in queste situazioni. Per me vale doppio: che si tratti di una partita o di un allenamento, devo entrare sul terreno di gioco mettendo a disposizione la massima intensità possibile. Il mister ha dato fiducia a questo gruppo che è determinato più che mai a raggiungere l’obiettivo. L’ho già detto ma ci tengo a ripeterlo: siamo una vera famiglia».
E in famiglia ci si aiuta sempre nei momenti di difficoltà e di rinascita. In quest’ottica si potrebbe leggere la fascia al suo braccio contro il Lugano: un attestato di stima che ha grande rilevanza nel contesto generale. «Sicuramente mi inorgoglisce perché indica la fiducia che il nostro allenatore ha nei miei confronti. Ma io sono estremamente convinto che in campo e nello spogliatoio siamo tutti uguali. Questa è la nostra forza». Una forza da riportare in campo l’1 aprile quando allo stadio Tardini arriverà il Catanzaro. Calcio d’inizio fissato per le ore 15. Ma in quell’occasione ci sarà un intero popolo a spingere gli undici calciatori del Parma. Il popolo crociato che è tornato ad abbracciare Lautaro Valenti.