Salute
Addio all'ora solare, quali sono i problemi per il nostro corpo?
Fra tre giorni, nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo (che quest'anno coincide con la notte di Pasqua), dovremo spostare le lancette dei nostri orologi avanti di un’ora per tornare all'ora legale.
Istituita in Italia durante la Prima guerra mondiale, e divenuta definitiva nel 1966, l'ora legale - che scatta sempre l'ultimo fine settimana di marzo - permette di sfruttare di più la luce solare nella bella stagione, risparmiando energia elettrica. L'ora solare, che torna l'ultimo weekend di ottobre e sposta le lancette un'ora indietro, è il naturale orario del sole e coincide con il fuso orario del nostro Paese. L'ora legale è adottata nei paesi dell'Unione europea, oltre che nel Regno Unito, Liechtenstein, Andorra, Monaco, San Marino, Svizzera, Norvegia e Città del Vaticano.
Ci sono persone che si adattano senza troppi problemi al cambio di orario, c'è invece chi fa più fatica, accusando difficoltà di concentrazione o disturbi legati al sonno, e chi invece può riscontrare problemi più seri.
Ne parliamo con Liborio Parrino, direttore del reparto di Neurologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma e direttore della Scuola di specializzazione in Neurologia dell'Università di Parma, una delle massime autorità mondiali in materia di riposo, autore di diversi libri sul sonno (l'ultimo, in ordine di tempo, «L'arte di dormire»).
Quali effetti produce il cambio di orario sul nostro organismo?
«Quello che si sa è che alcune persone riescono ad adattarsi con grande disinvoltura, senza grossi contraccolpi al passaggio. Però, sappiamo anche che, osservando le statistiche e verificando ciò che succede nei giorni successivi al cambio dell’ora, si è sorprendentemente osservato un’impennata di casi di infarti miocardici nel lunedì dopo l'entrata in vigore del nuovo orario. Dobbiamo essere prudenti, non abbiamo la certezza assoluta che i due fenomeni siano legati da un rapporto di causa-effetto, però è curioso notare che in quel lunedì lì, guarda caso, la curva sale in modo impressionante. E non mi meraviglia, perché per alcune persone, che già vivono in un cattivo equilibrio, un sonno disturbato può diventare un elemento rischioso per la salute cardiovascolare. Un cervello e un sonno disturbato affaticano il cuore, e questo può avere un effetto importante su una struttura cardiovascolare non perfettamente equilibrata. Senza fare allarmismi, bisogna sapere che qualcuno paga un prezzo e, se non ci fosse questo assurdo cambiamento d’orario, forse potremmo evitare inutili “stragi di cuori”».
Lei è quindi contrario al cambio di orario?
«Io sono sempre stato contrario. Noi presidenti delle società scientifiche del sonno ci siamo riuniti nel 2019 a San Pietroburgo, e abbiamo unanimemente deciso di scrivere una lettera alla Commissione Europea per chiedere di abolire il cambio dell’ora: fate quello che volete, scegliete quella solare o quella legale, ma non cambiatela ogni sei mesi, abbiamo suggerito. Poi, se ci chiedete quale preferiamo, noi scienziati rispondiamo: “l’ora solare tutto l’anno”».
Quindi andrebbe meglio la soluzione di un’ora solare permanente?
«Sì. So già che qualcuno obietterà: “la sera viene buio presto”. Rispondo: andate a letto prima! Non è una vergogna, dormire. Quando entri nel sonno, entri nella pace, se hai dormito bene, esci pieno di salute. Se si dorme di più, fra l'altro, si fanno meno danni a questo pianeta».
Quali consigli si possono seguire per ridurre l’impatto del cambio di orario sul nostro organismo?
«Consigli pratici non sono facili da dare. Posso suggerire di sfruttare al meglio la Pasquetta. Quest'anno infatti, grazie alla coincidenza con Pasqua, abbiamo, dopo il cambio di orario, un giorno in più in cui molte persone non lavorano, per rimettere a posto più in fretta il nostro schema biologico naturale. Prendetevela comoda insomma, senza però stare troppo a letto la mattina. Il mio consiglio alle autorità è questo: se l’orario dobbiamo continuare a cambiarlo, facciamolo sempre a Pasqua, senza aspettare l’ultimo fine settimana di marzo, perché il giorno in più consente di aggiustare il cambiamento subito».
Raffaella Ilari