IL CASO

«La Pasqua a Castione Baratti»: la réclame diventa spirituale

Maria Chiara Pezzani

Una pagina della «Gazzetta» per pubblicizzare una chiesa, le sue messe, le sue funzioni. Un fatto insolito, un'idea curiosa, una novità tanto eccentrica quanto «rivoluzionaria». Protagonista di questa inconsueta, vistosa réclame la chiesa dei Santi Silvestro e Donnino di Castione Baratti: sul numero di ieri, a pagina 10, tre belle foto dei dipinti che occupano le pareti del tempio, la scritta in testa «La pasqua a Castione Baratti» e un testo che inizia con l'invito a raggiungere «la piccola, antica chiesa» che «continua ad accogliere i fedeli con suggestive liturgie». Insomma, una pagina pubblicitaria rivolta però al bisogno di spiritualità.

Nella chiesa dei Santi Silvestro e Donnino di Castione Baratti i fedeli sono accolti da un suggestivo allestimento che ripropone alcune scene pasquali. Perché solo Natale e i presepi? Anche la Pasqua merita creatività. Un’iniziativa che vuole mettere in luce il territorio, ideata da Maria Pia Fantini e resa possibile grazie a un gruppo di volontari guidati da Morena Barazzoni e dalle opere realizzate con cura e sapiente maestria anni fa dal maestro Marchesi e conservate dalla stessa Fantini.

Veli e rami di ulivo sono il filo che unisce idealmente le due scene poggiate sulle balaustre all’ingresso del presbiterio: da un lato la rappresentazione dell’ultima cena descritta nei vangeli, con Gesù al centro della tavolata in mezzo ai suoi discepoli; dall’altra lo scenario riprodotto è quello dell’orto del Getsemani, dove Cristo si ritira in preghiera conscio del destino che lo attende, e luogo del tradimento di Giuda e del successivo arresto che lo condurrà alla crocifissione.

Un allestimento raro da vedere, che rappresenta l’occasione per riflettere sul mistero che rappresenta - la morte e la Risurrezione – lanciando una potente suggestione anche culturale. «L’idea era quella di onorare questo mistero – racconta Fantini -. Tutto si svolge nella Risurrezione, la sfida tra la razionalità e la voglia di abbandonarsi al mistero. Si tratta di qualcosa di nuovo che entra nel vivo della religiosità. È la narrazione di un nascere perenne che contiene in sé la morte e la risurrezione e si eternizza nella fondazione della Chiesa, anche piccola antica chiesa di Castione Baratti». Ma l’intento è anche quello di mettere in luce il piccolo borgo di Castione: «Questa zona pedecollinare è densa di storia e monumenti storici, ha dato vita a tante attività di vario genere, artigianato, agricoltura, arte, è stato anche un elemento culturale non piccolo. Vuole essere anche un invito ai giovani a non disperdere questo patrimonio, a non abbandonare questa zona collinare, di accoglienza alternativa alla città».

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche dal parroco don Antonio Ciceri, che evidenzia la bella collaborazione da cui è scaturita. «Si tratta di qualcosa da contemplare in questo periodo, ma il messaggio culturale resta nel tempo – spiega -. Si è creata un’empatia di idee, un’intesa di fondo di un ideale di fede non facile da trovare, che diventa realtà visibile ed è raro. Questo – conclude - è un territorio che ha bisogno di sognare ancora».