IL CASO

Scuola e Ramadan, i presidi di Parma: «L'integrazione? Una sfida»

Luca Molinari

Chiudere la scuola per il Ramadan? I presidi di alcune scuole cittadine con una forte presenza di studenti stranieri e musulmani, illustrano la loro «ricetta» per favorire l'integrazione.

Federico Ferrari, preside dell'Ipsia, interviene sul polverone sollevato dalla scelta del Consiglio di istituto della scuola statale Iqbal Masih di Pioltello, in provincia di Milano, di chiudere il 10 aprile, data di fine Ramadan. «Si tratta di una polemica squisitamente politica - commenta -. Le scuole infatti, nella loro autonomia, hanno la facoltà di stabilire alcuni giorni di chiusura che non vanno certo a sostituire le festività come la Pasqua e il Natale. Solitamente si tratta di scelte pensate per favorire la didattica o per venire incontro alle famiglie. Per esempio, si tende a concentrare i giorni di chiusura nei ponti perché solitamente ci sono più assenze. La scuola di Pioltello, avendo una percentuale molto alta di studenti islamici, ha ritenuto di compiere questa scelta. Penso si sia creato un polverone anche per la scarsa conoscenza di questi meccanismi da parte del grande pubblico».

Quanto all'Ipsia «avevamo già preso lo scorso giugno la decisione di non prevedere un giorno di chiusura per la fine del Ramadan - precisa Ferrari - i nostri studenti islamici che osservano il Ramadan, nel giorno finale, vengono regolarmente a scuola e non abbiamo mai riscontrato problematiche».

Manuela Nardella è la dirigente scolastica dell'istituto comprensivo Bocchi, che comprende scuole multietniche come la Racagni, nel cuore del quartiere Pablo. «Il nostro piano formativo - sottolinea - è tutto finalizzato alla valorizzazione delle differenze, all'inclusione. Abbiamo inoltre tante collaborazioni con il quartiere: da poco è stato rinnovato il patto “Io sono Pablo». «L'interculturalità non è un problema, ma una sfida ripagante che mira a favorire l'incontro e la comprensione reciproca - continua - partendo dal rispetto dell'altro».

Chiara Palù è la preside dell'istituto comprensivo Micheli, nel quartiere San Leonardo. «Bisogna cominciare a pensare che l'integrazione non è un problema, ma una opportunità - dichiara -. Si tratta di una sfida importante che richiede attenzione e professionalità». «Il fatto di essere scuola interculturale e multietnica - prosegue - ci permette di fare una forte sperimentazione didattica, grazie a una grande collaborazione degli insegnanti, al fondamentale aiuto dei genitori e della comunità».