TEATRO REGIO

«Sette spose per sette fratelli», molti applausi

Pietro Razzini

Lei è Milly. Lui Adamo. Lei è Diana Del Bufalo, voce eccezionale e artista a 360 gradi. Lui Marco Bazzoni (in arte Baz), comicità che scorre nelle vene e capacità innata di creare empatia con il pubblico. Loro sono i protagonisti di «Sette spose per sette fratelli», il musical che da qualche anno gira i teatri di tutta Italia raccogliendo consensi sotto la regia di Luciano Cannito. Due appuntamenti parmigiani per lo spettacolo ambientato nell’Oregon del 1850. Anche stasera il Teatro Regio ospiterà il talento di un cast formato da 22 interpreti di spessore.

La direzione musicale di Peppe Vessicchio è un ulteriore marchio di garanzia per questo show che utilizza impianto scenografico e costumi creati secondo i canoni estetici di Broadway. La versione tricolore di «Sette spose per sette fratelli», infatti, è ispirata al celebre film di Hollywood, con uno sguardo ai personaggi e alle ambientazioni dei western di Quentin Tarantino. La trama è nota ai più: in una fattoria dispersa tra le montagne vivono sette fratelli. Il più grande di essi, Adamo, conosce Milly, la cameriera della locanda in città. Da quel colpo di fulmine, con conseguente matrimonio, inizia una storia tanto divertente per il pubblico quanto «drammatica» per la protagonista che si accorge, una volta giunta nella fattoria, di dovere accudire tutta la famiglia, non solo suo marito. Ecco che progetta il suo piano: unire i sei cognati con le amiche cittadine. Ce la farà? Certo, non è una prima a teatro e non è previsto alcun colpo di scena. Ma è giusto lasciare un pizzico di suspense a chi si recherà stasera al Teatro Regio. Ovviamente è opera ardua mantenere il paragone con un film che ha avuto 5 nomination e un Premio Oscar per la migliore colonna sonora, oltre a un Golden Globe. Ma la versione 2024 di «Sette spose per sette fratelli» merita di essere vista e applaudita. Non solo per i due personaggi chiave del musical ma anche per tutto il contorno artistico: il corpo di ballo, per esempio, gioca un ruolo fondamentale.

Non è un caso che il pubblico abbia applaudito in maniera particolarmente convinta la coralità della festa in paese durante la quale vengono esaltate le doti dell’ensemble (originale l'ingresso di Milly, Adamo e dei sei fratelli direttamente dalla platea).

Coreografie capaci di regalare un forte impatto visivo, ballerini di talento che prendono la scena e attori che creano un’armonia di fondo facilmente percepibile dai presenti: questo il mix vincente del musical. Ma c’è di più: merita, infatti, una citazione particolare Leonardo Scafati, giovane (non più giovanissimo come quando ha esordito a 15 anni nei panni di Gedeone) dal talento cristallino di cui sentiremo sicuramente parlare in un futuro.