Gli studenti di Noceto
Settimana bianca da incubo, l'avvocato delle famiglie: «Risarcimenti inadeguati. O c'è un accordo o parte un'altra causa»
Noceto Avrebbe dovuto essere una vacanza tutti insieme sulla neve, per molti ragazzi la prima elettrizzante esperienza sulle piste e tra le vette. E' finita, invece, con dolori gastrointestinali, mal di testa, febbre, persino svenimenti. Tanto che dodici di loro sono persino finiti in ospedale.
E' stata una settimana bianca sulle nevi di Folgarida, in Trentino, decisamente difficile da dimenticare quella vissuta da 112 studenti di prima e seconda della scuola media «Pelacani» di Noceto nel gennaio del 2020 quando una maxi intossicazione alimentare ha messo ko gran parte di loro. Ora, dopo quattro anni, la vicenda legale collegata è arrivata ad una prima conclusione. Anche se, in verità, la questione pare essere tutt'altro che risolta.
Nei giorni scorsi infatti, il titolare dell’hotel Union di Folgarida, quello che ha ospitato gli studenti di Noceto e ragazzi di altre parti d'Italia, è stato ammesso in prova ai servizi sociali: il giudice del tribunale di Trento ha accolto la sua richiesta di svolgere un servizio di pubblica utilità per 80 giorni e ottenere così l’estinzione dei reati, tra cui quello di commercio di sostanze alimentari nocive. In pratica si è riconosciuta la sua responsabilità nell'aver permesso la proliferazione dell’infezione che ha colpito in tutto 130 persone contagiate da Staphylococcus aureus e Bacillus cereus trovati nella pasta fredda e nell’insalata di riso.
Tutto concluso, quindi? Non proprio: a sottolinearlo è l'avvocato Daniele Carra di Parma, che rappresenta una sessantina di famiglie di ragazzi intossicati, tra cui 35 che si sono costituite parte civile, che sottolinea come i 230 euro di risarcimento proposti dall'assicurazione della società dell’hotel chiamata in causa in qualità di responsabile civile siano del tutto inadeguati.
«Si tratta di una valutazione abbastanza ovvia – spiega l'avvocato che ora sta trattando con l'assicurazione per ottenere cifre decisamente più congrue. - Ogni famiglia ha per la settimana bianca rovinata dalla infezione una somma di 300 euro che nessuno ha ancora restituito. Non solo: i genitori dei ragazzi che hanno dovuto raggiungere i figli ricoverati in ospedale a Cles hanno sostenuto spese significative e hanno perso giorni di lavoro. In più, i ragazzini hanno subito danni biologici e morali di non trascurabile entità». E ora pensare che i responsabili se la possano cavare con sole 230 euro suona francamente inaccettabile.
Ecco perché quindi, in attesa dell'udienza del prossimo 4 dicembre in cui si stabilirà se il titolare dell'hotel Union svolgendo il servizio sociale e rispettando le prescrizioni del giudice ha di fatto estinto i reati contestati, resta aperto l'aspetto dei risarcimenti: «Se non verrà trovato un accordo adeguato avvieremo una causa contro la società di gestione dell'albergo», conclude l'avvocato Carra.
Mentre molti di quei ragazzi, al ricordo di quelle ore passate in una specie di ospedale da campo ricavato nei corridoi dell'hotel di Folgarida da parte di medici del 118, Croce Rossa, Protezione civile e pediatri, ancora oggi scuotono la testa: «Tornare in settimana bianca? Meglio di no. Non sono mai stato cosi male nella mia vita».
Luca Pelagatti