La vittima
Schianto di Chiozzola, Emil: la famiglia, la moto e i viaggi
Un grande lavoratore, preciso e ben voluto da tutti i colleghi. È così che i titolari e i dipendenti di Opem, azienda del quartiere Spip dove lavorava come tornitore da almeno dieci anni, hanno voluto ricordare Emil Danini, rimasto vittima del tragico incidente che nelle prime ore di domenica a Chiozzola si è portato via la sua ancor giovane vita. Classe 1985, Emil era originario di Coenzo, frazione di Sorbolo Mezzani che non frequentava più da tempo una volta trasferitosi a Brescello appena compiuto la maggiore età. Lì tuttora abitava con la compagna Anna, che non solo ha perso un partner. Emil, era infatti, anche padre dei suoi due figli, ancora molto piccoli: Adam e Aurora. Un carattere chiuso e solitario, costantemente alla ricerca di nuove esperienze, quello di «Miglio Miglio» (così veniva soprannominato), ma sempre molto generoso: «È sempre stato al mio fianco – ha raccontato il fratello Matteo –. Nonostante avessimo otto anni di differenza, è sempre stato un ragazzo d’oro e in più di un’occasione si è dimostrato essere un vero fratello». Due le passioni che lo pervadevano: quella per la moto e i viaggi. Appassionato centauro fin da ragazzo, amava possedere moto stradali e, appena riusciva, saliva in sella alla sua Honda e non mancava mai di esplorare in libertà luoghi in solitaria. In solitaria ha anche visitato il continente asiatico, così diverso da quello europeo, ma con cui sentiva una stretta connessione anche per la sua natura rimasta ancora selvaggia e intatta: ha viaggiato per Thailandia e Sri Lanka, e ha perfino vissuto sei mesi in Australia. «Emil Danini era un bravissimo ragazzo, benvisto da tutti e un lavoratore sempre stimato – hanno ricordato i rappresentanti di Opem –. Tornitore responsabile di una grossa fresa, riusciva a non commettere mai errori durante il lavoro. Come Azienda siamo realmente dispiaciuti per questa drammatica perdita. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla compagna Anna, ai figli Adam e Aurora e a tutta la famiglia».