LUTTO
Noceto: se n'è andato Cocchi, imprenditore dei salumi
Noceto Ildebrando Cocchi se n’è andato a 84 anni in seguito a una malattia degenerativa e il paese perde così una persona distinta, appassionata del proprio lavoro, un esempio di civiltà e dedizione.
Il suo nome è da sempre legato al marchio del salumificio che fondò, grazie a spiccate doti imprenditoriali e lungimiranza, nel 1973. Originario di Parma, quartiere Cortile San Martino, Cocchi iniziò la sua attività a Collecchio prima di trasferirla a Noceto nel 1980 con un nuovo impianto produttivo. È del 2007 la decisione di ampliare la produttività inaugurando un sito nel Comune di Polesine Zibello da dedicare esclusivamente alla produzione di Culatello e Culatello di Zibello DOP.
Dal matrimonio con Renata Marossa, sempre al suo fianco anche nella carriera lavorativa e scomparsa nel 2020, sono nati i figli Gabriele, Marcello, Fabrizio, entrati poi nella società di famiglia, e Monica, impiegata negli uffici del Comune di Noceto.
Carattere forte e determinato, Ildebrando Cocchi ha lavorato fino a quando la salute gliel’ha concesso. I suoi momenti liberi li trascorreva in famiglia, pedalando in tranquillità con la sua bicicletta oppure seguendo il Parma calcio, la sua squadra del cuore. Un ulteriore testimonianza della caratura della persona, sia dal punto di vista professionale che umano, vi sono il Premio San Martino, dedicato ai nocetani capaci di distinguersi oltre i confini comunali e consegnatogli dall’amministrazione Fecci nel 2006, e le onorificenze di Cavaliere della Repubblica e di Ufficiale della Repubblica, ottenute rispettivamente nel 2006 e nel 2017.
Commosso il ricordo del sindaco di Noceto Fabio Fecci: «Ildebrando era una persona speciale che ha fatto del lavoro una ragione di vita. Mi hanno sempre colpito la sua dedizione e la propensione al sacrificio, qualità che lo hanno portato a raggiungere, a livello lavorativo, traguardi eccellenti. Era poco incline alla vita mondana, difficilmente usciva, ma la porta della sua casa era sempre aperta. Ricordo con affetto e nostalgia le lunghe chiacchierate, anche confidenziali, sull’attualità e la vita di paese che ben conosceva anche attraverso la lettura quotidiana della “Gazzetta”. Il confronto con “Brando”, che mi sosteneva anche come amministratore, mi rendeva orgoglioso ed era fonte di ispirazione per il mio operato. Grande fu l’emozione quando gli consegnai il Premio San Martino; la sua titubanza nel salire sul palco fece sorridere entrambi, e fui molto orgoglioso di segnalarlo alla Prefettura per la nomina al Cavalierato e di Ufficiale. Mancherà molto».
Lascia i figli Gabriele con Veruska, Marcello con Elisa, Fabrizio con Laura e Monica e i nipoti Filippo, Ivan, Virginia, Vittoria, Tommaso e Martina.
Pietro Furlotti