TEATRO REGIO
Loredana Bertè, standing ovation
Il suo tour si chiama «Manifesto», esattamente come il 17esimo album in studio, che ha pubblicato nel novembre del 2021. E in effetti, ciò che Loredana Bertè ha sempre portato con sé, sul palco, è soprattutto una sorta di «dottrina» musicale, che spacca il contesto per individuare elementi visibili soltanto a lei. Lo ha fatto anche ieri sera, riempiendo di magia il Teatro Regio, in una data andata subito sold out. Sceglie di aprire il suo show con «Dark Lady», poi saluta la città e i presenti e prosegue con la musica di «Amici non ne ho».
«Era da tanto che aspettavo questo appuntamento: ci sono riuscita, finalmente sono qua», dice prima di intonare «Il mare di inverno». Prosegue con le contaminazioni di «Non ti dico no», fatta con i Boomdabash è diventata un successo non solo radiofonico. Prosegue con «Persa nel supermercato», «Cosa ti aspetti da me», la canzone scritta da Gaetano Curreri con cui partecipò al Festival di Sanremo 2019, in cui mette tutta il suo grido energico che le vale la prima standing ovation della serata, a nemmeno 40 minuti dall’inizio del concerto. Con «Movie» cita Andy Warhol è il video che realizzò per lei nel 1981, mentre con «Lacrime in limousine» (feat. Fedez) omaggia tutti quegli artisti scomparsi a 27 anni. «Era il 12 maggio 1995 e mia sorella moriva», dice prima di cantare «Luna», in cui denuncia la mancanza di «infinito» dalla scomparsa di Mia Martini, che lei chiama solo Mimì. Cede subito dopo il palco ad Aida Castignola Cooper, che, dice «è con me da sempre» e che si esibisce cantando «I still haven’t found what I am looking for» degli U2. Riprende il microfono con «Ragazzo mio» e subito dopo canta «Ho smesso di tacere», in cui denuncia la violenza di genere e senza mezzi termini, al pubblico, dice: «Al primo schiaffo bisogna denunciare. Ogni sei ore, un femminicidio. Basta, ho smesso di tacere».
Si susseguono «Per i tuoi occhi», «Pazza», con cui ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo e che le è valso il Premio della Critica «Mia Martini», la straordinaria «Dedicato», le iconiche «Non sono una signora» e «Sei bellissima», prima di grazia dolorosa e sospesa nel tempo. Nel pubblico tante la omaggiano con parrucche turchine, come i suoi affascinanti (è quasi soprannaturali) capelli blu. «Una donna libera non ha limiti, né confini - dice una spettatrice. Loredana Bertè è una donna libera».
Giovanna Pavesi