La proposta del prefetto
«Accoglienza migranti, almeno 5 per ogni Comune»
C'è un numero che in questo momento lega tre obbiettivi e quel numero è cinque. Cinque migranti ospitati a Comune potrebbero permettere la chiusura del centro di accoglienza temporanea di Martorano, l'alleggerimento della situazione di Tabiano e un'equa distribuzione delle presenze - più volte richiesta dalle poche Amministrazioni già attive - sul territorio parmense.
È questo il cuore della discussione che ruota intorno alla bozza di protocollo d'intesa che la Prefettura sottopone a sindaci e sindache. Un primo incontro, definito interlocutorio, è avvenuto ieri con la prima proposta di alcune modifiche e la nuova messa sul piatto delle difficoltà. La concretezza è rimandata inevitabilmente al dopo elezioni amministrative: con 27 comuni chiamati al voto, oggi risulterebbe molto difficile - è chiaro a chiunque - vincolare la propria posizione. «È stata una riunione propositiva - ha commentato il prefetto Garufi - in cui sono emerse le idee di includere nel novero dei conteggi del protocollo anche i posti Sai (Sistema accoglienza integrata, ndr.), di prefigurare una collaborazione tra Comuni sui minori non accompagnati e di immaginare a lungo termine una sorta di accoglienza legata agli sbocchi lavorativi, con un ancoraggio più produttivo al territorio». L'esempio fatto dal prefetto è quello di un'azienda che abbia necessità di maestranze: «Ospitare nel luogo della sede lavorativa avrebbe un senso».
Facendo un passo indietro e tornando al presente, la priorità è di «trovare un approccio corale, collaborativo e condiviso sul fronte degli arrivi, che continueranno ad esserci e prevedibilmente aumenteranno con la bella stagione».
Ad oggi in quello che a Martorano doveva essere un centro di transito, si è scesi da oltre 100 a una settantina di persone ospitate nei container, ma con la soluzione «cinque per comune» si potrebbe arrivare a una chiusura mantenendolo - dice Garufi - «come una valvola di sfogo al bisogno, visto che è già testato».
Che Martorano si trasformi in Cas provvisorio è anche la volontà del sindaco di Parma, Michele Guerra. «La necessità è un'accoglienza più curata e diffusa - spiega -. Il bicchiere mezzo pieno di questo incontro è la generale disponibilità a firmare il protocollo, che per lo meno costruisce un perimetro utile in cui muoverci. Se i numeri dovranno salire, Parma farà la sua parte, ma dentro a un sistema in cui lo facciamo tutti». E qui si arriva al bicchiere mezzo vuoto: «L'applicabilità effettiva: una gestione di 5 posti, ad esempio, è difficile dal punto di vista della sostenibilità economica».
Dal comune più grande a uno dei più piccoli - Varsi - che dovrebbe passare da zero a cinque. «Quando ho detto che non abbiamo immobili comunali e non se ne trovano nemmeno da affittare, non sono stato tanto creduto... - è amaro il sindaco Angelo Peracchi -. ma la verità è questa. Quelle non abitate sono case vecchie, senza impianti adeguati: ci si può forse accontentare d'estate ma d'inverno come si fa? In più quasi il 70% della popolazione è anziana e ha bisogno di assistenza: i pochi dipendenti comunali si fanno carico di queste esigenze. Avrei persino dovuto chiudere l'Ufficio tecnico, se Parma non mi fosse venuta in aiuto con un ingegnere che è distaccato qui per due giorni a settimana». E poi - dice - «cosa farebbero qui durante il giorno? Chi li seguirebbe e accompagnerebbe a scuola, alle visite mediche o per la burocrazia? La realtà è che siamo già svantaggiati noi e non so come potremmo aiutare gli altri».
Secondo le previsioni iniziali del protocollo - una base di cinque migranti accolti più tre ogni mille abitanti - Collecchio sarebbe oggi in difetto di 41 posti. «Ma nel calcolo non compaiono quelli classificati come Sai, che qui sono attivati da tempo - precisa la sindaca Maristella Galli -. La difficoltà a reperire strutture adatte è uguale per tutti, anche perché la necessità di alloggi costituisce oggi uno dei principali problemi sociali del territorio. Ma ci daremo da fare».
È anche la posizione del collega di Borgotaro, Marco Moglia: «Martorano necessita di una risposta da parte dell'ente competente, ossia il Ministero degli Interni attraverso la Prefettura. Da qui il patto territoriale con cui il Prefetto vuole coinvolgere i Comuni. Noi stiamo verificando la disponibilità di alcuni privati perché non abbiamo immobili disponibili. In ottica solidaristica cercheremo di fare la nostra parte».
Tra gli esempi virtuosi è stato citato il modello Sorbolo-Mezzani: grazie alla messa a disposizione da parte del Comune delle case confiscate alla 'Ndrangheta, raggiunge già l'obbiettivo ipotizzato dei 35 accolti. E sarebbero stati almeno 50 se non avesse chiuso il Cas creato a Bogolese dall'associazione San Cristoforo.
Chi ripone una grande speranza nel protocollo è sicuramente il sindaco di Salsomaggiore Luca Musile Tanzi: «Siamo favorevoli: è uno strumento utile e idoneo per far fronte alle migrazioni. e non solo per risolvere il problema di Martorano: anche Tabiano è un'urgenza».
Tabiano che, a fronte di 400 residenti, già ospita 121 migranti in tre ex alberghi della frazione: ben oltre il numero che le sarebbe richiesto se lo sforzo fosse realmente condiviso. «Tra l'altro il nostro sarebbe anche un paese turistico, che potrebbe avere nel turismo una voce importante per l'economia locale. A Tabiano - insiste - i numeri dell'accoglienza devono scendere, e scendere almeno a quelli attuali di Martorano».
Che cosa chiede, dunque, a colleghi e colleghe? «Ciascuno conosce il proprio territorio e può dare una risposta. Ma, ad esempio, se più Comuni si unissero, sicuramente la gestione diventerebbe meno onerosa sotto tanti punti di vista».
Chiara Cacciani