FIDENZA

Don Ciotti: «I ragazzi chiedono di essere ascoltati»

Matteo Giavazzoli

Una giornata fidentina quella di ieri per don Luigi Ciotti, che dopo aver dialogato con i giovani nella mattina, ha incontrato nel pomeriggio al teatro Magnani la comunità di Fidenza per parlare del tema adolescenziale e dei problemi che nella nostra quotidianità affliggono la maggioranza dei ragazzi.

A dialogare e a stimolare nuove prospettive nelle parole di Ciotti erano presenti il giornalista Rai Luca Ponzi e il dirigente ASP - centro sociale che si occupa di offrire un aiuto concreto alle famiglie - Giusy Caberti. Don Luigi ha offerto ai presenti un discorso politico, storico e sociale che mette al centro i disagi ed i problemi adolescenziali. «I ragazzi di oggi chiedono di essere ascoltati e il compito di noi genitori, insegnanti e istituzioni è quello di esserci», sottolinea. Nelle sue parole un invito forte a non guardare il percorso esistenziale dei giovani con gli occhi del passato ma cercare di accettare e valorizzare il loro cammino, nel quale inevitabilmente si interseca anche la cultura digitale, senza contrapporsi a questa nuova tendenza. Solo così si potrà correre in soccorso di quelle che sono le ansie ed i problemi psicologici dei ragazzi che ad esempio a Bologna sfilano con cartelli dove chiedono il diritto a star male e a non farcela. Ciotti punta il dito contro il sistema scolastico e politico. Sul tema scuola porta l’esempio concreto di un collettivo di studenti torinesi che di loro iniziativa hanno avviato una ricerca nel loro istituto, al quale hanno risposto 700 alunni su 1200. I risultati hanno confermato come solo il 6,2% di loro non prova ansia dietro ai banchi. Ancora più basso poi, il numero di quelli che si sentono compresi dagli insegnanti. È proprio su questo tema che Ciotti preme maggiormente. «È da qui che parte l’aumento dell’uso degli psicofarmaci da parte degli studenti già in età adolescenziale», afferma.

Non manca poi un passaggio sul sistema politico italiano. Un sistema che si preoccupa, ma non si occupa dei problemi che oggi arrivano addirittura a gridare in piazza i ragazzi. E allora ecco l’appello di don Ciotti. L’invito è quello di arrivare ad una conversione radicale.

Matteo Giavazzoli