Fontevivo
Fabio Rossi, naufraga il «Matrimonio a prima vista» in tv
Fontevivo Reduce dal programma “Matrimonio a prima vista”, il fontevivese Fabio Rossi racconta perché non è funzionato il matrimonio con la milanese Ilaria Zanoli. «Purtroppo da parte mia non è mai scattata l’attrazione fisica. Ho voluto comunque portare avanti il matrimonio perché stavo iniziando a superare quella barriera, grazie al trasporto mentale che avevamo instaurato. Avevamo tante cose in comune, ma non sono bastate».
Si è sentito in colpa per aver portato avanti una relazione intima pur sapendo che la storia non aveva futuro?
«No, è un passo che bisognava fare, soprattutto quando ci sono dei forti dubbi, come nel mio caso. Mi è servito per capire se c’era qualcosa o se più semplicemente era stato un “trasporto” della situazione».
La convivenza nella sua Fontevivo?
«È stata positiva perché “giocando in casa” mi sono sentito subito più disinvolto. Avevo voglia di farle vedere dove sono cresciuto. Ad Ilaria è piaciuta molto anche Parma, soprattutto per il cibo! Durante le riprese ho portato sia lei che la troupe nei migliori ristoranti della zona per fare assaggiare i nostri piatti tipici. Di Parma le è piaciuto in particolare il Parco Ducale, vivendo a Milano periferia non era abituata a parchi così grandi in centro città. Ma non si sarebbe trasferita qui, mi disse che era troppo abituata al caos di Milano».
Tornando indietro, aspetterebbe ancora la fine del programma per dire ad Ilaria che non prova attrazione?
«Si, ma non perché non avessi il coraggio, ma non ferirla da subito. Mi ero lasciato troppo condizionare dal suo racconto (fuori dalla telecamere), dal fatto che non avesse più avuto una storia da ben 12 anni e altri motivi personali. Tutte queste cose mi hanno influenzato positivamente per tutto il percorso tra i miei alti e bassi. Non volevo assolutamente che finisse così».
Per il futuro?
«Sono tornato alla mia routine, ma mi hanno già contattato per un altro programma per il 2025».
Diverso il parere di Ilaria: «L’intimità si vive in due perciò mi domando ancor oggi perché mai abbia deciso di viverla con me se non c’era interesse reale e coinvolgimento da parte sua. Mi ha dato fastidio la mancanza di chiarezza, cosa che avevo chiesto per affrontare l’esperimento insieme al meglio, nel bene e nel male».