BAND PARMIGIANA
«Noi al Meazza con Vasco»
Martedì sera, grazie al contest «Zocca paese della musica», sei studenti del Conservatorio di Parma hanno avuto la grande occasione di suonare in apertura del terzo (di sette) concerti di Vasco Rossi al Meazza di Milano. Sono i sei membri della Leo Badiali Band, che in quel contesto unico hanno potuto suonare tre loro canzoni: «Overdose», «Ma quale amico» e «Sbattimento». Leonardo Badiali viene da Massa, è l’autore delle canzoni e ha le idee chiare: «Per me la musica è tutto, è veramente la mia vita. Per questo, quando scrivo cerco di essere il più onesto possibile come me stesso e con chi ascolterà. Le persone capiscono se scrivi quello che pensi e ciò in cui credi». Il sogno nel cassetto è quello di ogni ragazzo che inizia a suonare: «Con la mia band spero di poter fare quello che ha fatto il mio mito Vasco Rossi».
Intanto un sogno si è realizzato: «Trovarsi su quel palco è stato un onore per tutti noi, ma per me ancora di più perché con Vasco Rossi ci sono cresciuto. Calcare il suo stesso palco, mettere i piedi dove li mette lui, guardare tutte quelle persone lì è stato un sogno». Il tastierista Cesare Panizzi è uno dei due parmigiani del gruppo e ha già diverse esperienze importanti, anche internazionali: «Non mi era mai capitato di suonare di fronte a un pubblico così numeroso e in uno spazio così vasto. Mi ha dato un grande senso di orgoglio e allo stesso tempo ho provato un’eccitazione rara. Il jazz è la musica in cui mi sono specializzato negli ultimi anni, studiando e lavorando negli Usa ma mi sono sempre considerato un musicista eclettico. Credo anche che il pop, il rock e il jazz abbiano origini comuni, perciò mi trovo a mio agio a suonarli». L’altro parmigiano è il chitarrista Leonardo Boschi: «L’esperienza è stata catartica, il culmine raggiunto dopo anni di studio e sacrifici. Tuttavia non è stata né l’importanza storica del luogo, né la folla di decine di migliaia di persone ad avermi commosso, bensì il fatto che ho realizzato questo sogno insieme ad amici fraterni di una vita». Jan Jacopo Toninelli viene da Cremona e suona il basso: «Eravamo molto carichi, ma senza particolare ansia e questo ci ha permesso di goderci ogni momento prima, durante e post esecuzione. Questa esperienza mi ha lasciato una grandissima voglia di rifarlo e una speranza di un futuro prospero per la nostra carriera». Fabrizio Matta è di Nuoro e suona la batteria: «Salire sul palco, sentire il boato del pubblico, gli applausi, è stato veramente un impatto fisico che non mi aspettavo. Era tutto talmente ben organizzato che dovevamo pensare solo a divertirci». Igor Fornaciari suona la chitarra e viene da Reggio Emilia: «È stata una bella scarica di adrenalina da quanto abbiamo ricevuto la notizia fino al post concerto. Mi ha dato la possibilità di lavorare veramente come un artista chiamato a calcare quel palco per cui ringrazio chi ha organizzato tutto questo per averci fatto vedere come funziona un evento in genere. Grazie a loro l’abbiamo vissuta non come dei fan ma come professionisti».
Pierangelo Pettenati