La ricerca
Alberti: «Forza economica e progresso sociale: Parma è competitiva»
Una provincia competitiva, ma pronta ad accogliere i margini di miglioramento necessari per progredire ancora. Si intitola «Parma verso il futuro – Piano strategico di competitività del territorio parmense» e illustra gli esiti della ricerca promossa dall’Unione parmense degli industriali che, ieri pomeriggio, è stata esposta dal professor Fernando Alberti, direttore del think tank Strategique presso la Harvard Business School, e che ha suscitato particolare interesse nei presenti.
«Parma si identifica come una provincia forte dal punto di vista competitivo, sia in relazione alle sue performance economiche, sia in relazione al progresso sociale», ha spiegato Alberti, descrivendo numeri e dati emersi dal percorso multistakeholder di pianificazione strategica di cui l’Upi si è fatta promotrice, avviando una collaborazione con il think tank, nato come spin-off della cattedra di Strategia e competitività del professor Michael E. Porter presso la Harvard Business School.
Il processo di pianificazione strategica, come chiarito dall’esperto, si è sviluppato attraverso la sperimentazione di un lavoro di co-progettazione durato otto mesi, che ha previsto l’analisi e l’elaborazione di dati quantitativi e qualitativi e interviste individuali, con gli stakeholder del territorio, in rappresentanza delle sfere pubbliche, private, istituzionali, associative, accademiche e politiche.
L’approccio concettuale e tecnico alla base dello sviluppo di questo piano strategico è stato quello del framework generale della competitività, considerata come la capacità di un territorio di creare prosperità sia economica, sia sociale per le imprese e i cittadini, con lo scopo di migliorarne la qualità e lo standard di vita. «Il territorio si conferma molto ricco in termini di reddito pro-capite (nella Top 10 italiana) con un alto livello di produttività e di retribuzioni e un’ottima partecipazione alla forza lavoro - ha chiarito il docente, ricordando come la provincia si confermi tra le prime posizioni in Italia anche guardando al progresso sociale (13esima nella classifica delle 107 province italiane per Social Progress Index, la provincia cresciuta di più a livello regionale) -. Sulla dimensione dei Bisogni Umani Fondamentali, Parma risulta invece più debole, soprattutto in termini di sostenibilità degli affitti per le famiglie e di sicurezza».
In base a quanto esposto da Alberti, la città si posiziona 82esima nella qualità ambientale e dimostra «qualche lacuna» nell’accesso alla conoscenza, ma nella dimensione delle Opportunità che guarda ai diritti personali, all’inclusività, all’educazione avanzata e alla libertà di scelta individuale, «Parma risulta più forte, ben settima in Italia». Emerge, però, «qualche difficoltà nell’assicurare pari opportunità ad alcune frange della popolazione, in particolare le donne (47esima per gender gap nella partecipazione al lavoro) e gli stranieri (63esima per acquisizioni di cittadinanza)».
Per quanto riguarda il posizionamento economico, Parma si presenta come una provincia «con un ampio e forte portfolio di specializzazioni industriali storiche consolidate (agroalimentare e allevamento, automotive, farmaceutico, costruzioni, macchinari e metalmeccanico, vetrindustria e cosmesi), da sempre trainate da alcune grandi imprese di rilevanza e fama internazionale e da alcune specializzazioni emergenti che nascono a supporto delle stesse (packaging, meccanica e robotica a supporto della filiera alimentare, materie plastiche a supporto dell’industria delle costruzioni, servizi ambientali per il recupero di materiali e rifiuti)». L’analisi, però, segnala anche «una forte lacuna nella collaborazione tra gli attori delle filiere, confermata dalla mancanza di iniziative di cluster (in particolare nella filiera alimentare)».
Quest’anno, la città si è posizionata decima per Indice del Fermento Imprenditoriale, che misura il grado di dinamismo, innovazione e attrattività dell’ecosistema. «La dimensione legata alla nuova imprenditorialità, però, soprattutto quella giovanile, è più in difficoltà: Parma è solo 39esima per incidenza di startup innovative e 102esima per imprese con titolare under 35 e anche gli investimenti nelle fasi iniziali delle startup sono molto contenuti - ha aggiunto Alberti -. Emergono due punti chiave per la pianificazione strategica del territorio: la competitività futura del contesto imprenditoriale risulta messa a forte rischio dalla debolezza delle infrastrutture per la mobilità di merci e persone e dalla carenza di competenze tecniche della manodopera a disposizione delle filiere più tradizionali».
Il piano ha proposto anche una «value proposition» di territorio, che possa essere guida e motore del posizionamento e della direzione strategica futura, guardando alle pratiche virtuose dei territori più competitivi al mondo. La strategia si articola su tre livelli, che riguardano il territorio, le filiere e la produttività, il cluster ed ecosistema.
Giovanna Pavesi