Energia elettrica

Addio al mercato tutelato, ecco come destreggiarsi

Chiara Cacciani

Da dove partire per cancellare quell’enorme punto interrogativo che per tante persone accompagna la data del prossimo 1° luglio, con la fine del mercato tutelato della luce? E soprattutto: come evitare di ritrovarsi nei prossimi mesi con una bolletta-killer?

Abbiamo provato a tracciare un piccolo vademecum grazie alla collaborazione di due esperte. E la prima cosa da appuntare è: mettere la testa sotto la sabbia non è una buona idea. Vista la portata del cambiamento, serve una grande consapevolezza anche quando si decide di non scegliere.

Dunque partiamo dalle basi: «La differenza tra mercato libero e tutelato e perché sia necessario stare attenti», spiega Francesca Campanini, responsabile per Confconsumatori del progetto “Energia: diritti a Viva Voce”, promosso da Arera, l'Autorità di regolazione Energia reti e Ambiente. «Il mercato tutelato prevede che le condizioni economiche e contrattuali siano stabilite dall’Autorità con un prezzo variabile, che cambia periodicamente in base al prezzo medio di scambio sul mercato italiano», declina Campanini. Nel libero mercato, invece, «il consumatore può scegliere il gestore e il venditore stabilire prezzo e condizioni contrattuali, a cui può aggiungere sconti o servizi come la pulizia caldaia».

Due tipi di utenti
È bene, poi, verificare se si è tra gli utenti vulnerabili o no. Nella prima categoria rientrano principalmente le persone con età superiore a 75 anni o che si trovano in condizioni economicamente svantaggiate o, ancora, con una disabilità. «I clienti mantengono il diritto a rimanere nel servizio di maggior tutela usufruendo delle tariffe stabilite da Arera, attualmente più vantaggiose delle offerte a libero mercato», spiega Daniela Bertolone, l'esperta di Federconsumatori in materia. E chi è utente vulnerabile ma è già passato al mercato libero? «Può fare rientro nella maggior tutela in qualsiasi momento. Serve una richiesta scritta, che sarà accompagnata dal codice fiscale per dimostrare l'età o dagli appositi moduli che attestano l'Isee o l'invalidità».

Per quanto riguarda, invece, tutti gli altri utenti non vulnerabili, se sono ancora nel mercato tutelato passeranno automaticamente, dal 1º luglio, al servizio di tutele graduali col gestore già individuato per Parma e per la provincia, ossia Enel. «Una transizione morbida - la definisce Bertolone - che proseguirà fino al 31 marzo 2027. Dato che i prezzi garantiti dal servizio di tutele graduali sono particolarmente convenienti è importante ricordare, a chi è nel libero mercato, che c'è tempo fino al 30 giugno per rientrare in servizio di maggior tutela e transitare nelle tutele graduali. Vale la data di presentazione della domanda».

Fisso o variabile?
Resta il fatto che dal 1° luglio sarà richiesto un cambio di mentalità: ossia «entrare nell'ottica che periodicamente si dovranno valutare contratti con offerte più vantaggiose», spiega Campanini. E si arriva a un punto essenziale: conoscere bene le proprie esigenze e i propri consumi, «partendo dal presupposto - continua l'esperta di Confconsumatori - che qualsiasi scelta non è in assoluto quella giusta o quella sbagliata ma quella che va meglio per sé. In questo senso, la prima cosa da chiarire è se vogliamo un'offerta a prezzo fisso o variabile: tutte hanno pro o contro».

In assenza di eventi particolari (com'è stato lo scoppio della guerra in Ucraina), il prezzo della luce varia in base alla richiesta. «Al contrario del gas, sale d'estate per il maggiore utilizzo di condizionatori e frigoriferi. Se si ha una casa che si abita solo nei mesi caldi, ad esempio, il fisso più basso può essere il più conveniente». Attenzione anche al costo fisso annuo di gestione: «Che varia molto da gestore a gestore - sottolinea Bortolone -: può essere accettabile fino a circa 10-11 euro al mese».

Occhio alle abitudini
E poi le routine da valutare. «Una coppia che lavora tutto il giorno fuori casa ha consumi completamente diversi da una di pensionati», dice Campanini. Non solo: anche l'abitudine alla tecnologia incide. «Contratti stipulati via web, domiciliazione bancaria e fattura in formato telematico rendono più probabile un vantaggio economico. Ma per chi non è “smart” può essere una grande scomodità e una preoccupazione, quindi bisogna controllare bene cosa si accetta». Infine, un consiglio che viene dall'esperienza: «Evitare l'accettazione via telefono: si ascolta una sola offerta, non personalizzata e non sempre ben comprensibile». Col rischio di scoprirlo solo dopo: a suon di portafoglio.