il ricordo
San Leonardo, l'edicola di Bianca: quel «salotto» che non c'è più
Bianca Artusi Benecchi, l’edicolante di San Leonardo, da qualche settimana riposa accanto al marito Giorgio nel cimitero di Ugozzolo. Benché avesse già, da quattro anni, lasciato e venduto per motivi d’età e di salute l’edicola-negozio di via Trento 67 D, resterà sempre l’edicolante di San Leonardo- Madonnina. Forse perché nessuno lo dimentichi sul cornicione della porta rimane l’insegna «Gazzetta di Parma».
Anche se ora nel locale non si vendono più giornali, riviste, libri e giocattoli per bambini, ma cipolle, mele, patate, insalata eccetera, chi passa davanti alla vetrina ed è soprappensiero non può non intravvedervi all'interno Bianca che sistema i giornali sul bancone, che prepara i resi, o si intrattiene con i clienti, trastulla qualche bambino, o addirittura alle prese con il solito cagnone, che entrando prima della padrona, le si avvicina per ricevere la dose giornaliera di una carezza e di una crocchetta.
La famiglia Artusi-Benecchi ha svolto questo servizio dagli inizi degli anni Quaranta, come dimostra una foto che coglie Felice Artusi, il primo edicolante della famiglia, mentre mette bene in evidenza la prima pagina del «Corriere della Sera» che con un titolo su due righe, un sottotitolo e un sommario annuncia la destituzione di Mussolini e la nomina a capo del governo del generale Badoglio. Nella foto si vede anche il chiosco, che con la costruzione dei palazzi della Madonnina degli Anni Sessanta sarà demolito, trasferendo l’edicola al numero 67 D.
Non solo la gente di San Leonardo-Madonnina, ma anche chi transita per via Trento ricorda Felice, con il suo grembiule nero fuori del negozio e davanti alla bancarella sulla quale erano ordinati i quotidiani, che allungava - quando era possibile - il giornale agli automobilisti. Smaltita l’ondata del mattino, Felice inforcava la sua bicicletta e portava i giornali a Moletolo e Baganzolino.
Come il padre Felice, così il figlio Giorgio portava il giornale a domicilio. E si sentiva Giorgio, perché non solo gridava «giornale, giornale» ma si fermava a parlare con questo o con quello commentando la notizia del giorno, soprattutto sportiva, intercalando battute spiritose. E il suo non era un parlare sottovoce. Ma anche Giorgio prematuramente è deceduto portando con sé uno modo tutto suo di fare il giornalaio in quel di San Leonardo.
All’inizio anche la Bianca, che era subentrata al suocero e al marito per un certo periodo portava i giornali a domicilio. Il suo negozio, sia per chi andava in città come per chi vi tornava diventò una tappa obbligata, soprattutto quando le edicole cominciarono a vendere libri; poi i giocattoli costringevano le mamme ad entrarvi per insistenza dei figli piccoli che in vetrina avevano visto qualcosa di interessante.
Un piccolo salotto, senza sedie, senza the e caffè, ma un salotto dove ci si poteva fermare, naturalmente per comprare la «Gazzetta di Parma», una rivista, un libro, un giocattolo, ma soprattutto per la disponibilità e affabilità di Bianca a scambiare due parole e sapere le ultime del quartiere. E questo negli anni aveva creato una rete di amicizie che non si è interrotta con la chiusura dell’attività. Pochi commercianti, credo, hanno lasciato una eredità come la sua fatta di educazione, accoglienza, disponibilità e rispetto verso tutti.
Ora che non solo l’edicola ha chiuso, ma anche Bianca non c’è più, se ne sente la mancanza. E l’affetto che le persone avevano per lei, lo hanno dimostrato partecipando attente e raccolte alla funzione funebre, celebrata dall’ormai storico parroco don Mauro, che di Bianca ha tratteggiato un profilo come lui sa fare.
Leonardo Farinelli