Dopo il deragliamento del treno in via Toscana

«Quei merci troppo veloci che fanno paura»

«Dopo quello che è accaduto non posso dire di essere sorpreso. Perché io, e non solo, da mesi ho iniziato a constatare un aumento delle vibrazioni, movimenti strani al passaggio dei treni. E, sia chiaro, non sono io ad essere diventato ipersensibile visto che qui, a due passi dalla ferrovia che costeggia via Toscana, ci abito da 50 anni».

A dirlo, col tono fermo di chi per molto tempo si è trattenuto ma ora vorrebbe risposte precise, un residente della zona che l'altro giorno si è trovato a fare i conti con quel boato, la polvere e i sassi che volavano. «E soprattutto ho un figlio che era passato di li pochi minuti prima dello schianto».

Naturale quindi la sua preoccupazione che fa, però, il paio con quella di diversi altri abitanti che lamentano un peggioramento della loro vita quotidiana. Il tutto legato al transito dei vagoni.

«Abitiamo qui da tempo e abbiamo fatto il callo al rumore, alle vibrazioni - spiega un altro abitante. - Ma se per molto tempo, proprio per l'abitudine finivamo per non sentire e notare più nulla adesso qualcosa ci pare cambiato. E non è l'opinione di un singolo residente».

Soprattutto, sottolineano le persone sentite in queste ore, quando a passare vicino alle finestre sono i treni merci. Quelli, a loro dire, più molesti e fastidiosi.

«Per capire che non si tratta di una percezione errata, conseguenza di un episodio isolato vi segnalo che ho di recente chiesto ad un ingegnere di fare un sopralluogo alla mia casa. Notando vibrazioni, movimenti strani, gli infissi muoversi ho pensato che fosse l'edificio ad avere problemi».

Il tecnico, al contrario, ha certificato che nell'immobile, di recente restaurato, tutto era in ordine e al padrone di casa è rimasto il dubbio. L'incidente di giovedì ha trasformato la preoccupazione in timore.

A questo grido di allarme aggiungono la propria voce i sindacati di categoria che ricordano che nelle scorse ore sono stati almeno un paio gli incidenti sulla rete nazionale - quello a Parma e un altro sulla linea Tirrenica meridionale - che hanno coinvolto i treni merci per una serie di cause che, sempre secondo le rappresentanze, sono dovute ad un sovraccarico per il sistema che subisce la commistione di servizi passeggeri a lunga percorrenza, regionali, suburbani e servizi merci. In un sistema che avrebbe bisogno, per di più, di interventi.

Secca però è la replica della società di gestione che esclude che ci sia un aumento casuale delle velocità. E quindi del carico di rischio.

«La velocità massima su di una linea viene stabilita da precisi calcoli tecnici relativi alle caratteristiche infrastrutturali», fanno sapere dalle ferrovie ribadendo che «non c'è stato alcun cambiamento di questi valori».

Insomma, i merci viaggiano come sempre alla stessa velocità. E questa circostanza, quindi non dovrebbe avere nessun collegamento con l'incidente. «Per di più, per garantire la massima sicurezza - proseguono da Rfi - i convogli non possono superare la velocità massima ritenuta possibile sulla linea dato che esiste un sistema di controllo marcia treni (quello che in termine tecnico si chiama Scmt) che dialoga continuamente tra la motrice e i sensori sparsi sulle rotaie. Se uno di questi apparecchi notasse una anomalia o un problema provvederebbe in automatico a bloccare il treno».

Già, ma l'incidente dell'altro giorno? Per capire le possibile cause, e valutare eventuali responsabilità, occorrerà attendere gli esiti della inchiesta che è in corso e che richiederà certamente tempi non brevi. Sono in corso accertamenti e perizie che confluiranno nel fascicolo per disastro ferroviario aperto dalla procura. Solo da li potranno uscire risposte definitive.

«In ogni caso risulta inverosimile pensare che l'accaduto possa essere collegato ad un superamento, da parte del treno, della velocità massima consentita dalle norme tecniche che tengono conto delle caratteristiche della linea».

Restano allora aperte altre ipotesi, molti aspetti sono ancora da capire. La nuvola di polvere su via Toscana si è sollevata. Quella del dubbio su questa vicenda, invece, aleggia ancora pesantemente.

lu.pe.