Per cani e gatti
Pet sitter, è boom. Ma bisogna sceglierlo bene
L’estate è per tanti sinonimo di vacanza e per chi ha un compagno di vita a quattro zampe l’organizzazione delle ferie non può essere «last minute».
C’è chi viaggia in camper, per portare con sé il cane; chi oltre alle valigie prevede anche il trasportino per il gatto; chi affitta case o appartamenti invece di godersi le comodità degli hotel per trascorrere le ferie con il proprio peloso e chi guarda solo tra le località con alberghi e spiagge a misura di animale.
Ma a volte portare con sé il proprio cane o gatto non è così semplice. Se si va all’estero, infatti, bisogna avere con sé il passaporto per animali – il rilascio si prenota attraverso il fascicolo sanitario elettronico -, la vaccinazione antirabbica fatta da almeno 21 giorni e, per alcuni Paesi, anche vaccinazioni o profilassi da fare poco prima della partenza. Alcuni Stati non permettono l’ingresso ad alcune razze di cani e altri, all’arrivo di qualsiasi animale, impongono la quarantena.
In questi casi, una soluzione è la «pensione» per cani o per gatti. Nel Parmense ce ne sono veramente tante, ma per i periodi più «caldi» è necessario prenotare con anticipo per essere sicuri di trovare posto.
Una soluzione alternativa è quella di affidarsi ad un pet sitter che possa tenere il cane o il gatto a casa sua o che venga a casa vostra, più volte al giorno, per occuparsi delle sue necessità, dalle passeggiate alla pulizia delle lettiere, fino anche alla somministrazione di terapie o all’accompagnamento a visite veterinarie. Una modalità, quest’ultima, che sembra essere davvero «gettonata», visti i tanti annunci che spuntano sui social network e sui siti dedicati al cerco e offro lavoro, ma che può nascondere insidie. Troppi, infatti, tendono a pensare che occuparsi di un cane o un gatto sia semplice e che non serva avere una preparazione particolare. E se per la legge è vero - per fare il pet sitter non è richiesta nessuna abilitazione e, se l’attività è saltuaria, non serve nemmeno la partita Iva ma basta rilasciare una ricevuta di prestazione occasionale - questo non vuol certo dire che basti saper «agganciare un guinzaglio» per potersi proporre. Le pagine di cronaca raccontano infatti numerosi episodi spiacevoli che hanno costretto i proprietari ad interrompere le ferie e rientrare precipitosamente a casa per cercare il proprio amico a quattro zampe sfuggito dal controllo della persona a cui lo avevano affidato.
Come scegliere dunque? Di solito è il passaparola la modalità più efficace. Ma se non conoscete nessuno che ha già utilizzato un pet sitter, un consiglio è quello di chiedere aiuto alle associazioni animaliste della vostra zona che sapranno indicarvi persone affidabili o cercare sui siti di «pet sitting» chi fa per voi, naturalmente prestando attenzione a «stelline» e recensioni. Ma si può anche scegliere di «prendere due piccioni con una fava»: alcune associazioni danno la possibilità di far seguire il pelosetto dai loro volontari in cambio di un’offerta - si spera sempre «allineata» con i prezzi dei sitter - che servirà a sostenere cure e mantenimento di animali meno fortunati di quelli che vivono nelle nostre case.
Chiara De Carli