INTERVENTO
Il sindaco di Salso: «L'ex convento dei frati? Volevamo realizzarci la nuova Casa protetta»
«Il progetto che avevamo in mente riguardo il convento dei frati era ambizioso e significativo per la nostra comunità. Avevamo previsto di spostare la nostra Casa protetta nella struttura del convento, questo avrebbe consentito di portare tutti gli 80 posti accreditati in un unico luogo, che, grazie alle sue caratteristiche, situato in mezzo ad un parco con possibilità di parcheggi, sarebbe stato molto più funzionale rispetto alla situazione attuale».
Ad affermarlo è il sindaco di Salsomaggiore, Luca Musile Tanzi a proposito della facoltà di esercitare il diritto prelazione da parte del Comune, con il via libera tra le polemiche del consiglio comunale, nell’acquisto dell’immobile, vanificata tuttavia dalla mancata rinuncia, condizione necessaria, nei termini previsti, per l’esercizio dello stesso diritto da parte del Ministero per i beni e le attività culturali in favore dell’ente di piazza Libertà.
«Innanzitutto vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a tutto il personale degli uffici comunali che è stato impegnato in questo progetto. La passione e la competenza dimostrate nel perseguire gli indirizzi dati dall’amministrazione sono state encomiabili – spiega il sindaco –. Nonostante ciò non siamo riusciti a portare a compimento la nostra richiesta di prelazione artistica ed è inutile negare che questa conclusione non ci soddisfa ma è importante spiegare le ragioni che hanno portato a questo esito. Per poter esercitare il diritto di prelazione – continua Musile Tanzi – era necessario attendere una bozza di piano economico e finanziario che dimostrasse la fattibilità dell’intervento: questo processo ha richiesto tempo che ci ha costretto a notificare la nostra intenzione di esercitare la prelazione negli ultimi giorni utili non consentendo al ministero di trasmetterci tale facoltà. Nonostante i nostri sforzi, la prelazione ci è stata negata a causa di un’interpretazione molto restrittiva della norma che, a mio avviso, stravolge la ratio della legge, che riconosce al pubblico una funzione di tutela del patrimonio culturale preminente rispetto al privato: la legge, infatti, è stata concepita per proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale e l’interpretazione adottata in questo caso sembra andare contro questo principio fondamentale. Siamo profondamente dispiaciuti per questa decisione che avrebbe rappresentato un bellissimo progetto per la nostra città, con un impatto positivo sulla qualità della vita dei nostri anziani e sulle famiglie che assistono i loro cari. Posso comunque assicurare che continueremo a cercare soluzioni per soddisfare le esigenze della nostra comunità e per valorizzare il nostro patrimonio culturale nel miglior modo possibile».
r.c.