Gazza Ladra

In viaggio a Parigi con Mauro Coruzzi tra suggestioni olimpiche e ricordi personali

Parigi val bene una Messa… un’espressione di cui non conosciamo bene il significato (fatte ricerche, è una storia che risale al ‘500, di una Francia devastata dalla guerra civile, e fermiamoci qui…) ma sta a significare che si può fare qualche rinuncia per arrivare ad ottenere ciò che desideriamo… e allora, se «i sogni son desideri», ho pensato di coinvolgervi in un viaggio, per niente immaginario, con destinazione Parigi…

Se l’Olimpiade 2024, iniziata sotto la pioggia con una cerimonia svoltasi sull’acqua della Senna (voto 10, innovativa, una miscellanea di talenti, l’unione tra sport, musica, ballo a dimostrare che l’inclusione tra arti è la vera chiave che mantiene acceso il sacro fuoco della bellezza e di come si possa rendere contemporaneo ciò che appartiene alla Storia…) andrà avanti fino al giorno 11 del mese di agosto, abbiamo tutto il tempo di prepararci a un gustoso soggiorno parigino, magari nella settimana ferragostana o a un impertinente week end d’amore mordi & fuggi nella città degli innamorati…

Da dove cominciare? Intanto, saranno finiti, si spera, i guai e i ritardi sulle linee ferroviarie, tanto da farci arrivare alla Gare Du Nord, l’iconica stazione dove un tempo (visti coi miei occhi di adolescente nel primo viaggio a Parigi), sui binari, c’erano i lampioni come sui viali, e col metrò (15 linee che vi portano ovunque…) far subito tappa alla Tour Eiffel coi suoi 300 metri d’altezza, perfetta sia da sotto che nell’ultima piattaforma raggiungibile in altezza per «magnifiques photos» (se lo diciamo alla francese fa tanto baguette…) poi «bien sur», capatina o capatona al Louvre, entrando dalla piramide di vetro che porta alle gallerie (non solo la Gioconda di Leonardo, «ça va sans dire») e, nelle vicinanze, passeggiata al parco nel Giardino delle Tuileries per un attimo di pace, ma attenti che non ci sono panchine sulle quali scambiarsi un bacetto più o meno innocente... Montmartre, con la Basilica del Sacro Cuore, vi aspetta col suo vivace quartiere pieno di fascino e storia, con i bistrot più rinomati, i «café» con i fantasmi di Renoir, Lautrec, Degas, Dalì. Non si eviti di apparire provinciali, anzi si sia orgogliosi di esserlo, se agli Champs-Élysées strabuzzerete gli occhi davanti alle vetrine, così come dai vostri occhi umidetti potrebbe uscire una lacrimuccia a Place Vendôme su cui s’affaccia il lussuoso Ritz Hotel, dal quale uscì, prima dell’incidente mortale, Lady D. Brio, champagne, cabaret can-can per il Moulin Rouge, dove la Belle Époque è ancora viva, siamo a Pigalle, c’è profumo di peccato… E come hanno fatto gli atleti alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi, fatevi un bel giretto sulla Senna, a bordo di un «bateau-mouche» (alcuni hanno incluso le restaurant…). Per non farsi mancare niente, un tour a Versailles, a una ventina di chilometri dalla capitale. O potete arrivare a Euro Disney in treno in tre quarti d’ora. Quando entrate, badate a non farvi prendere dalla smania di portarvi via ogni ricordino possibile: ci sono, lungo i vialetti, cesti pieni di ogni ben di «Dieu», dalle orecchie di Topolino alle scarpette di Minnie ai pupazzetti di Qui Quo Qua, così a portata di mano che ti vien voglia di possederli subito e di compiere, come feci da incauto ragazzo, un vero e proprio furto, per di più multiplo, ficcandomi nello zaino pure la maschera di Darth Vader… Bloccato dalla Gendarmerie, insieme ai miei complici Marco e Attimo, non abbiamo patito la gogna della prigionia ma siamo stati “gentilmente” ritenuti ospiti non graditi col consiglio di non tornare mai più… ma «Parigi val bene un fermo de la police» e «les flics» nella Ville Lumière non sono poi niente male… C’est si bon!!!