CORTILE SAN MARTINO

Ravadese e Case Vecchie, «scippate» le bandiere dai monumenti ai caduti

Le iscrizioni sono intatte. Ma non c'è più traccia del tricolore accanto ai monumenti. Da un paio di settimane sono desolatamente spogli i due cippi ai caduti di Ravadese e Case Vecchie, nel quartiere San Leonardo-Cortile San Martino. Bandiere sparite, probabilmente verso la metà di luglio. E certamente non spazzate via dal vento, anche se nulla si sa su chi abbia deciso di andarsene con il tricolore. E' stato Massimo Popoli, presidente dell'Avis di base Cortile San Martino, ad accorgersene, quando nelle scorse settimane era andato a trovare alcuni amici al circolo delle Case Vecchie.

«Ho notato che mancava la bandiera - spiega Popoli -, così ho chiesto ad alcune persone del circolo, che mi hanno detto di averla vista fino a qualche giorno prima. Ma a quel punto ho deciso di andare a fare un giro anche a Ravadese, e anche lì la bandiera non c'era più».

Due su quattro. Perché tanti sono i monumenti ai caduti nella zona, visto che un altro sorge in via San Leonardo, davanti all'ex municipio di Cortile San Martino, e ne è stato eretto uno anche a Pizzolese. Ma davanti a questi ultimi due, come aveva fin da subito verificato Popoli, il tricolore «resiste». Nessun colpevole nel mirino, ma resta l'amarezza di un gesto spiacevole. Odioso, Anche se si fosse trattato di una bravata. «Ho pensato che forse le bandiere potevano essere sparite in occasione degli Europei di calcio (finiti il 14 luglio, ndr), ma qualunque sia il motivo - sottolinea Popoli - è un brutto episodio, a maggior ragione considerando che in quella zona tante sono state le vittime civili. Il 25 aprile non deve avere nulla di politico, deve essere un valore per tutti: noi, come Avis di base, che siamo un'associazione apolitica, abbiamo scelto di celebrarlo insieme alle altre associazioni del quartiere».

Associazioni che Popoli ha avvisato subito dopo. A partire da quella degli Amici della biblioteca San Leonardo, guidata da Giovanni Galli. Che poi ha scritto alla «Gazzetta», a nome anche dell'Avis Cortile San Martino, del Progetto Famiglia e di tutto il Tavolo cultura. «Una corona di alloro e una bandiera italiana sono il simbolo di una patria amica delle altre patrie e nemica della guerra. Siamo legati a questi monumenti - sottolinea Galli - e ci impegniamo per la loro conservazione proponendo al Comune il loro restauro. Ebbene, due di queste bandiere sono state sottratte. Che dire? Una ragazzata? Forse, ma ciò non conforta: perché sfregiare questo segno di pace significa non capire o, peggio, disprezzare il suo messaggio, che ci invita a non dimenticare gli orrori della guerra affinché non si ripetano. Un patrimonio ideale da difendere con il concorso di tutti, e nostro senz'altro».

Tra i membri delle associazioni, c'è anche chi si è posto il problema se fosse opportuno rendere noto ciò che era successo, perché comunque significava dare visibilità al ladro o ai ladri del tricolore. «Ma poi abbiamo deciso di segnalare la cosa, perché è giusto che la cittadinanza sappia cosa è accaduto. Certamente - continua Galli - questo è un atto di irriverenza nei confronti soprattutto delle persone che vengono commemorate: vittime della prima guerra mondiale e della seconda, fino alla Resistenza, ma anche civili morti durante i bombardamenti. Un atto di irriverenza verso monumenti che vogliono essere anche un sostegno alla pace».

Certo è che, grazie alle associazioni del quartiere, i due monumenti torneranno ad avere le loro bandiere.