TRAVERSETOLO
Neonato morto, dal Dna del bimbo la chiave per identificare i genitori
Una strada impervia. Difficoltosa. Ma potrebbe essere lui stesso, il neonato abbandonato e ritrovato morto venerdì scorso sul retro della villetta di Vignale, a «svelare» il nome di uno o di entrambi i genitori. Con il suo Dna, composto al 50% dal patrimonio genetico del padre e per l'altra metà da quello della madre, si potrebbe risalire alla loro identità, ammesso che i profili dei due siano inseriti nella Banca dati nazionale. Una mera possibilità, perché in quell'archivio, di cui Italia esiste dal, sono presenti solo i dati riguardanti le persone che hanno avuto qualche guaio con la giustizia. Più precisamente, il prelievo dei campioni di Dna da immettere nella banca dati viene fatto solo su chi è finito in carcere o ai domiciliari dopo un'ordinanza di custodia cautelare, su chi è stato arrestato in flagranza o sottoposto a fermo, oltre che sui detenuti o gli internati e anche su chi sta scontando una pena con una misura alternativa, dopo una sentenza diventata definitiva per un reato non colposo.
Insomma, una fetta di popolazione piuttosto ridotta, ma resta una via da percorrere, tanto è vero la banca dati del Dna ha anche una sezione dedicata ai cadaveri non identificati e le persone scomparse. Si tenterà di trovare una corrispondenza tra il profilo del bambino e almeno uno di quelli inseriti.
La scienza, che si affianca alle indagini tradizionali, per tentare di dare un nome ai genitori, mentre le ricerche continuano. Ma, intanto, risposte fondamentali si attendono dall'autopsia, fissata per ieri e poi rinviata «per esigenze organizzative connesse alla necessità di effettuare ulteriori accertamenti preliminari», ha fatto sapere la procura.
Nessuna nuova data è ancora stata fissata, tuttavia per l'esame autoptico, affidato dal pm Francesca Arienti a Valentina Bugelli, responsabile dell'Istituto di medicina legale di Parma, è prevista anche la presenza di uno specialista in fetologia. Perché, oltre a capire quando e perché è morto il piccolo, un maschio di carnagione chiara completamente formato, sarà fondamentale stabilire l'età. Accertare quando fosse verosimilmente nato per poi tentare di ricostruire cosa sia accaduto dopo. E il tempo trascorso tra la nascita e l'abbandono sarà un elemento particolarmente significativo per cercare di capire quanto fosse programmata quella scelta.
Chi se ne è liberato, ha superato un cancello e ha percorso il vialetto della casa fino al prato sul retro. Tra il tardo pomeriggio di giovedì e venerdì mattina, il bimbo è stato lasciato in un punto in cui forse si pensava potesse essere presto trovato e accudito. Ci sono cassonetti per il verde e il vetro sulla strada. E a poca distanza anche luoghi più remoti e nascosti. Ma non lo si voleva nascondere.
Georgia Azzali