ISTRUZIONE
Presidi, a Parma tredici sedi vacanti. Nuove nomine bloccate dal Tar
Sono tredici le scuole di Parma e provincia senza preside, ma sulle procedure di reclutamento, nei giorni scorsi, si è abbattuta una pesante tegola.
Per capire cosa succederà bisognerà aspettare il 5 settembre. In quella data infatti, tornerà a pronunciarsi il Tar del Lazio, dopo aver «stoppato» i vincitori del concorso per diventare presidi. Nell'attesa, l'Ufficio scolastico regionale ha pubblicato il bando per la disponibilità alle reggenze che chiuderà nella giornata di domani.
I rischi
C'è però il rischio che gli incarichi affidati in reggenza abbiano una breve durata. Ogni scuola infatti deve avere un preside entro il 2 settembre e la pronuncia del Tar è attesa per il 5 settembre. Resta da capire se in quell'occasione verrà confermata o meno la sospensiva. Non solo. L'intenzione dell'avvocatura di Stato sarebbe quella di impugnare il provvedimento del Tar.
L'unica certezza, in questa situazione di grande caos, è che ogni scuola, all'inizio dell'ormai imminente anno scolastico, avrà un dirigente scolastico.
«Siamo in attesa»
Maurizio Bocedi, dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale di Parma e Piacenza, è chiaro: «Siamo in attesa di capire cosa succederà e di ricevere indicazioni. Nel frattempo l'Ufficio scolastico regionale e gli uffici territoriali hanno pubblicato il bando per la disponibilità alle reggenze».
A Parma il numero delle sedi vacanti «è comunque inferiore a quello degli anni passati» precisa lo stesso Bocedi. Si tratta degli istituti comprensivi Salvo D'Acquisto, Puccini, Montebello, Bocchi, Ferrari di Langhirano, Fornovo, Val Ceno, Borgotaro, Corniglio, Bedonia, Torrile, Busseto e la direzione didattica di Fidenza.
Le ragioni dei ricorsi
Alla base della pronuncia del Tar del Lazio c'è il ricorso degli aspiranti dirigenti scolastici del concorso ordinario, che hanno impugnato le assunzioni legate alla graduatoria generale approvata dal Ministero dell'Istruzione e del merito, lamentando una disparità di trattamento rispetto ai partecipanti al concorso riservato.
Secondo i ricorrenti, a seguito delle modifiche apportate alla Legge 106 del 2024 - che contiene la deroga della divisione del sessanta per cento dei posti dal concorso ordinario e il quaranta per cento dalla graduatorie del concorso riservato - la possibilità di compensazione delle assunzioni non potrà essere garantita nei prossimi anni, soprattutto a seguito del blocco della mobilità.
Se da un lato il Ministero dell'Istruzione, con molta probabilità, depositerà da subito un'impugnazione dei dispositivi del Tar per tentare di sbloccare l'impasse, dall'altro gli Uffici scolastici regionali non potranno che sospendere le operazioni di assunzione dei nuovi dirigenti scolastici, basati sulle attuali graduatorie.
I sindacati
I sindacati scolastici, a livello nazionale, hanno richiesto l'intervento urgente del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, affinché venga prestata la massima attenzione alla procedura concorsuale e propongono che questo periodo di sospensione venga utilizzato al meglio per garantire la trasparenza delle operazioni, partendo da un controllo rigoroso dei titoli di accesso dichiarati dai candidati del concorso del 2017, per evitare il rischio di una successiva destituzione dall'incarico per la mancanza dei requisiti.
Resta intanto aperta la procedura ordinaria, dopo che lo scorso 23 maggio si è svolta la prova preselettiva: per le prossime settimane è attesa l'indicazione della prova scritta per coloro che hanno superato il test preselettivo. Poi, chi supererà lo scritto, affronterà l'orale, nella speranza di essere immesso in ruolo.