SALUTE

Vaiolo delle scimmie: allerta, ma non pandemia

1. Un virus già noto: ma la nuova variante è più aggressiva

Il vaiolo delle scimmie (monkeypox o Mpox) è già conosciuto dal 1970 e nel 2022-2023, la variante «Clade II» (con una letalità dello 0%) è stata causa di un'epidemia. La nuova variante che imperversa in Congo, la «Clade I», ha una letalità che va dal 4 al 12%. Dopo il primo caso europeo, in Svezia (un uomo in rientro dall'Africa), un altro è stato registrato in Pakistan. Per ora, come ha spiegato martedì l'assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, «non siamo in una condizione preoccupante o di emergenza. Questa è l’indicazione che ci danno i nostri esperti, così come il ministero della Salute. In Emilia-Romagna abbiamo monitorato l’anno scorso i casi e abbiamo ancora dosi vaccinali disponibili».

2. Come si contrae e come si può curare con gli antivirali

Al contrario del Covid, altamente contagioso perché si poteva trasmettere anche con goccioline di saliva o con uno starnuto, il contagio del vaiolo delle scimmie avviene tramite cute e mucose infette, sangue infetto, o lenzuola e abiti indossati da chi ha contratto il virus. Al momento la variante Clade I imperversa in Congo: 15.600 persone colpite, quasi 500 morti. I virologi avvertono però che, nello sviluppo dell'attuale epidemia, il virus potrebbe acquisire una nuova capacità di trasmissione. Per fortuna la malattia nella maggioranza dei casi si risolve spontaneamente nell'arco di due-quattro settimane. Nei casi più gravi si può intervenire con gli antivirali già sperimentati in occasione della pandemia Covid.

3. I sintomi: febbre, linfonodi ingrossati e lesioni cutanee

Il virus Mpox esordisce generalmente con febbre, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi, in seguito si sviluppano lesioni cutanee simili a foruncoli, spesso nelle zone genitali o intorno all'ano. Bambini, donne in gravidanza o chi ha l'HIV sono i più soggetti al rischio di forme gravi come sepsi e broncopolmonite. Oltre alla concomitanza dei vari sintomi, esistono test specifici disponibili nei centri di malattie infettive che danno la certezza di aver contratto il Mpox. Da segnalare che il Mpox sta circolando in maniera consistente anche in Messico, ma non con la nuova variante africana Clade I. In Messico, al 10 agosto sono stati registrati 53 casi, di cui 51 in pazienti uomini, secondo il Sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica (Conave) del ministero della Salute.

4. Più colpiti neonati e bambini Il contagio arriva dalla mamma

Mentre nell'epidemia 2022-2023 il vaiolo delle scimmie, con la variante Clade II, aveva colpito nella stragrande maggioranza dei casi uomini omosessuali o bisessuali che avevano avuto rapporti sessuali con altri uomini, la nuova variante sta colpendo soprattutto neonati e bambini, ossia due categorie con un sistema immunitario ancora particolarmente fragile. Questo sembra essere legato ad un contagio da mamma a bimbo, o perché la mamma ha lesioni vaiolose nei genitali o perché il piccolo viene a contatto con lesioni sul corpo della mamma tramite secrezioni o fluidi corporei.

Il ceppo Clade I causa la morte in circa il 3,6%-5% dei casi. E i più a rischio sono proprio neonati, bambini, fragili e affetti da HIV.

5. Il vaccino c'è già, ma l'Africa non ha dosi a sufficienza

Il vaccino sviluppato contro Mpox è un «Mva-Bn» (acronimo per «Modified vaccinia Ankara-Bavarian Nordic, questo ultimo il nome dell'azienda produttrice), ed è basato su un vettore animale modificato non replicante nell'uomo. È già stato utilizzato nella precedente epidemia 2022-2023 e mirato, come campagna preventiva, agli uomini adulti a rischio. Il problema è che viene prodotto da un’unica azienda, e le dosi a disposizione non consentono una vaccinazione su ampia scala in Africa. Per questo Medici senza Frontiere ha lanciato un appello ai Paesi in possesso di riserve di vaccini contro il Mpox, e che non abbiano focolai attivi, a donarle ai Paesi dell’Africa nel giro di due settimane, tempo stimato per mantenere sotto controllo l’emergenza.

6. Inutile per ora una campagna preventiva nel nostro Paese

Secondo gli epidemiologi, in Europa nell’attuale situazione non ha senso una campagna vaccinale preventiva su larga scala (così come è stato fatto per il Covid), che invece sarebbe auspicabile in Africa.

Tanto più perché stiamo parlando di un virus non sconosciuto come era il Covid, le cui varianti circolano da qualche decennio e che ha già causato un'epidemia, e contro il quale ci sono efficaci antivirali. Attualmente le uniche precauzioni sono avere chiare le zone dove il virus è endemico e - se di ritorno da un viaggio in zone a rischio - avvertire subito il proprio medico in caso di comparsa di alcuni dei sintomi tipici.

In Europa è peraltro disponibile un numero di vaccini che possono essere somministrati come profilassi post-esposizione.

7. Più protetto chi è stato immunizzato contro il vaiolo

Mpox è una malattia di origine zoonotica endemica in Africa: il primo caso umano fu diagnosticato nel 1970.

Il virus delle scimmie appartiene alla stessa famiglia del virus del vaiolo, eradicato negli anni '70 in Italia grazie ad una capillare campagna di vaccinazione condotta anche nelle scuole.

Il vaccino contro il vaiolo può conferire un’elevata protezione, all’incirca pari all’85%, contro Mpox. Quindi i nati prima del 1975, che sono stati vaccinati nel periodo scolastico, sono abbastanza coperti contro il vaiolo delle scimmie.

Tuttavia, man mano che passano gli anni, diminuisce il numero di persone immunizzate grazie alla vaccinazione o perché hanno contratto il virus quando ancora il vaiolo non era stato eradicato.

8. L'Oms rassicura: «Emergenza non significa pandemia»

Emergenza internazionale, che è quella dichiarata dall'Oms per il vaiolo delle scimmie, non è pandemia, hanno ripetuto in questi giorni le autorità sanitarie. Il direttore regionale per l'Europa dell’Oms, Hans Henri P. Kluge, esorta governi e autorità sanitarie a rafforzare la sorveglianza e la diagnostica e a procurarsi vaccini e antivirali. L’epidemia va «affrontata insieme, in tutti i continenti. Nel 2022 l’Mpox ci ha mostrato che può diffondersi rapidamente in tutto il mondo», dice Kluge. Attualmente ogni mese, in Europa, assistiamo a circa 100 nuovi casi di Mpox, ma della vecchia variante Clade II. «Solidarietà con gli individui e le comunità colpite dal vaiolo è la parola chiave, lavorando con loro sia in questo momento critico che a lungo termine», ha concluso Kluge.