Indagini
Vignale, eseguita l'autopsia sul corpicino del bimbo: l'ora delle risposte
Traversetolo Forse non ha nemmeno avuto il tempo di emettere un primo vagito. O se l'ha fatto nessuno l'ha ascoltato. Eppure, la prima e fondamentale verità sulla tragedia di Vignale sarà lo stesso corpicino trovato senza vita nel giardino di una bifamiliare di strada Baietta a rivelarla. La salma del piccolo è stata sottoposta ad autopsia a Medicina legale del nostro ospedale. A eseguirla - incaricata da Francesca Arienti, sostituto procuratore titolare delle indagini - Valentina Bugelli, responsabile dell'istituto, affiancata da un esperto in fetologia. L'esame è stato ritardato di un paio di settimane, dopo che in un primo tempo era stato fissato per il 13 di agosto, quattro giorni dopo l'inizio del caso.
Individuata la madre grazie all'esame del Dna su alcuni reperti prelevati dai carabinieri del Ris, ora si tratta di mettere a fuoco la risposta sulla domanda chiave di questa vicenda: il piccolo è stato partorito già morto? O è spirato subito dopo o si è spento negli stenti, a causa dell'abbandono? Un eventuale parto in ospedale avrebbe potuto garantirgli la sopravvivenza o dargli almeno una speranza?
È una tragedia tempestata di punti interrogativi. E altri si affacciano nella mente di chi scrive: parlare di feto, di bimbo o di neonato, quando magari nemmeno ha visto la luce? Apparentemente, il corpicino era formato, con il cordone ombelicale ancora attaccato, senza ferite né alcun segno di violenza sulla cute. L'autopsia permetterà di «vedere» oltre, fornendo gli strumenti necessari alla Procura - che finora ha proceduto nelle indagini in un riserbo da definire più sigillato che stretto - di formulare le ipotesi di reato.
Si diceva della mamma, giovanissima, nata e cresciuta nella stessa zona in cui è avvenuta la macabra scoperta. Sarebbe partita per un lungo viaggio con la famiglia poche ore prima che il corpicino del piccolo fosse ritrovato verso mezzogiorno del 9 agosto. Finora non si sa se ci siano indagati. Nel caso, niente esclude che possano esser più d'uno. Intanto, la famiglia della giovane ha nominato un avvocato (del foro di Reggio Emilia), mentre una sorta di «processo» Vignale lo sta facendo a sé stesso. Nessuno si era accorto di niente: come ha potuto sfuggire agli occhi del paese la gravidanza della ragazza? Anche se l'interrogativo più atroce è quello che riguarda lo stato d'animo della giovane. Come può essersi consumata così, invisibile e muta a tutti, una vicenda che, prima ancora che un possibile crimine è e resterà una tragedia? Con le sue pene inflitte al di là di qualsiasi futuro giudizio.
rob.lon.