Scomparso
Gandolfi, il volto del sapere sorridente e umano
Era una persona vera, che tanti avrebbero voluto avere come amico in quanto incarnava quelle doti in grado di nobilitare l’amicizia : lealtà, generosità, disponibilità e simpatia.
Stefano Gandolfi, direttore della struttura complessa Oculistica (Dipartimento ad attività integrata Testa-collo) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, è venuto a mancare nei giorni scorsi, dopo una brevissima malattia, all’età di 64 anni.
Parmigiano del sasso del quartiere Cittadella, che ha sempre molto amato, dopo il liceo Romagnosi, si iscrisse alla facoltà di Medicina del nostro Ateneo laureandosi brillantemente per poi specializzarsi in Oculistica.
Da ragazzo, in famiglia, oltre ad assaporare l’amore per la musica trasmessogli dal padre Mario, per anni presidente della Corale Verdi e del Club dei 27, assaporò pure quella parmigianità autentica che fu una prerogativa dei suoi genitori e dei suoi avi.
Aveva un carattere straordinario, Stefano, e, com’era scrupolosissimo ed attento nella sua professione, nella vita privata era un vulcano di idee e di iniziative: da quelle sportive a quelle culturali essendo un accanito melomane con chiare accentazioni verdiane e pucciniane.
Si divertiva con la musica, Stefano, infatti si cimentava spesso, e questo anche da ragazzo, con pianola, chitarra, basso e tutto ad orecchio senza spartito davanti.
Ma era anche uno sportivo, infatti, praticava tennis non rinunciando mai ai suoi spostamenti in bici, oltre ad essere grande camminatore e tifoso del Parma con il cuore che gli batteva, però, per il Milan.
E, quando il lavoro glielo consentiva, si concedeva il meritato riposo nel suo buen retiro di Forte dei Marmi, dove rimaneva estasiato nell’ammirare le cime amiche delle Apuane che lo affascinavano. Era stimato dai colleghi e dai pazienti, tant’è che in questi giorni sono giunte alla moglie Lorenza e alla figlia Giulia tantissime commoventi testimonianze di ricordo, non solo di medici, studiosi e collaboratori, ma anche di tanta gente comune che, in quel «pramzàn dal sas» con il camice bianco, avevano trovato un amico, un punto di riferimento medico ma anche umano.
Credeva nell’associazionismo, Stefano, infatti aveva aderito sia al Rotary che al Lions, clubs che stimava tantissimo in quanto, da sempre, sostenitori a livello mondiale di tante iniziative a sfondo umanitario, sociale e scientifico.
«La scomparsa di Stefano Gandolfi colpisce profondamente l’anima del nostro sistema sanitario provinciale - scrive in una nota accorata Massimo Fabi, commissario straordinario dell’Azienda Usl e direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma -. Ha costruito negli anni, in Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, da Direttore innovativo e determinato, un’identità forte alla clinica oculistica».
«Il suo ruolo - continua Fabi - ha rappresentato un riferimento costante per lo sviluppo della rete territoriale della disciplina oculistica. La sua autorevolezza accademica è stata di riferimento per tanti giovani medici in formazione specialistica diventati poi validi e affermati professionisti».
«Ma il professor Gandolfi non era solo questo - aggiunge il direttore generale dell'Azienda ospedaliera - ci ricordiamo tutti, durante le fasi drammatiche della prima ondata pandemica, la sua umanità nel tenere direttamente i contatti telefonici con le famiglie dei malati ricoverati per dare le informazioni sulle condizioni di salute dei loro cari».
«Lascia una scuola solida e vocata al cambiamento - conclude Fabi - ma, al tempo stesso, un vuoto incolmabile nello spirito della nostra comunità professionale profondamente vicina ai familiari».
«Stefano - ricorda commosso il professor Riccardo Volpi già direttore della Clinica Medica - non era soltanto un accademico, uno dei più grandi scienziati internazionali sullo studio del glaucoma, ma anche un appassionato studioso di storia, di filosofia, di arte. Fra queste, la pittura: amava circondarsi in casa di opere di importanti pittori dell’Ottocento e del secolo scorso. Amava anche la musica, passione che ha condiviso con me per anni. Insieme abbiamo costituito un gruppo, una band, formata da medici, alcuni dei quali giovani e, insieme, ci trovavamo in una sala prove dotata di impianti musicali e, con entusiasmo, provavamo a preparare le cover di alcune delle più famose band internazionali di blues e di rock. “Gando” suonava con maestria le tastiere, era un ottimo strumentista, autodidatta. Aveva grandi capacità e un orecchio che potremmo definire “assoluto”. Scrupoloso nella preparazione dei pezzi, nell’intonazione, ci spronava a migliorare sempre di più l’esecuzione, provando e riprovando tante volte i brani. Ci siamo divertiti tantissimo. Personalmente, non ho perso solo un valoroso e stimato collega, ma un fratello» .
Significativi anche alcuni altri ricordi del «maestro con il camice» e del musicista per diletto.
«Settembre 2015, appena arrivato dalla Calabria: da quel giorno mi ha insegnato tanto molto di più di quanto io potevo insegnare. Luigi». «Caro Gando, a tutti quelli che mi chiedevano: ma davvero suoni con il prof? Rispondevo: il prof sarebbe capace di fare suonare una forchetta. Lele».
«Per me era come un fratello - dice Gianni Allodi presidente Federottica Parma - un mito dal lato professionale e umano. Insieme abbiamo creato un rapporto professionale tra oculisti e ottici e ortottisti. Samo stati una delle poche realtà italiane a creare un convegno annuale ormai da una quindicina di anni sulle varie problematiche visive. Inoltre iniziative con Caritas, Unione Ciechi e Lions, per aiutare i più bisognosi con screening visivi e occhiali da vista».
Parole commosse e sentite sono state espresse anche dal presidente del Rotary Parma Est Andrea Belli.
«Stefano Gandolfi non era solo un luminare nel suo campo con meriti accademici e assistenziali straordinari - annota Marco Alfredo Arcidiacono, consigliere comunale del Pd - ma anche una persona di una gentilezza e di modi davvero unici. Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo sa quanto fosse un vero signore, sempre pronto ad aiutare e a condividere il suo sapere con un sorriso».
Profondo il cordoglio dell'Uici di Parma: «Il suo impegno la sua grande competenza e la sua passione nell'affrontare le problematiche visive dei propri pazienti lasceranno un grato ricordo nella memoria di coloro che si sono avvalsi delle sue cure - si legge in una nota -. Il prof Gandolfi ha contribuito a migliorare le condizioni visive di tante persone, ma ha anche costantemente garantito il suo sostegno a tutte quelle iniziative finalizzate a prevenire patologie particolarmente invalidanti come quelle che possono affliggere la vista. Quello della prevenzione è un aspetto di estrema importanza poiché, per ottenere risultati più efficaci, è necessario rilevare tempestivamente i primi segnali di una patologia in atto. Gli screening visivi realizzati dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Parma insieme a Iapb Italia, organizzati in occasione della Settimana Mondiale del Glaucoma e della Giornata Mondiale della Vista, hanno sempre ottenuto l'attenzione e la preziosa diretta partecipazione di Stefano Gandolfi assieme a numerosi suoi collaboratori che ha voluto attivare allo scopo. Molto apprezzate sono state anche analoghe attività come quelle realizzate con i Lions Club di cui era socio e non si può dimenticare il suo impegno ai vertici della Società Italiana Glaucoma. Anche per questa sua particolare dedizione l'Unione di Parma gli ha conferito la Medaglia del Centenario in occasione dei 100 anni dalla fondazione dell'Uici. La sua lungimirante visione ha fatto sì che molti progetti in questo ambito prendessero forma, aiutando a migliorare la qualità della vita di numerose persone. Il presidente dell'Uici di Parma Guido Schianchi, a nome del Consiglio sezionale e di tutti i soci, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di un eminente professionista che tanto ha dato al nostro territorio, ma anche e soprattutto per la perdita di un caro amico che nel corso di tanti anni ha saputo dimostrare grande vicinanza alle proprie iniziative».
Lorenzo Sartorio