Anno scolastico
«Sono un po’ nervosa, ma contenta. Non conosco nessuno, ma cercherò di fare amicizia».
Ulivi
Jasmine arriva da Zibello, ha 14 anni e, ieri mattina, è entrata per la prima volta al liceo Ulivi, scuola che ha scelto con convinzione perché le piacevano le proposte dell’istituto. Si guarda intorno, prova a inserirsi nei gruppi dei più grandi e nel suo sguardo è raccolta la preoccupazione di un nuovo inizio. Insieme a lei, infatti, sono entrati anche i tanti studenti delle quinte, che sanno di essere alla vigilia di un bivio. «Sarà abbastanza complesso, passerà quasi subito ma spero di godermelo - spiega Anna, 18 anni e pronta per l’ultimo anno -. Dovrò scegliere l’università e sarà un capitolo nuovo, il che spaventa sempre». Consapevoli e felici di ritrovarsi, sono stati accolti dalla preside, Manuela Nardella, che da quest’anno scolastico si aspetta «un’esperienza stimolante», visto che «è una scuola dalla tradizione solida e prestigiosa»: «I ragazzi sono pieni di entusiasmo e di motivazione, così come il corpo docente, che è altrettanto pronto e felice di ricominciare». Sulle scale, a dare loro il benvenuto, anche il prefetto, Antonio Garufi che ha parlato di legalità e di coscienza civile, anche tramite la figura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, definito un «eroe della nostra Repubblica»: «A voi non si chiede di essere eroi, non è chiesto neanche a me, ma la Repubblica, lo Stato e la nostra comunità vi chiedono solamente una cosa molto semplice: essere delle brave persone».
Romagnosi
Anche a pochi metri da lì, nel cortile del liceo Romagnosi, altri studenti attendono di poter entrare. «Sono un po’ agitata perché è il primo anno e non conosco nessuno, ma sono anche felice di ripartire da zero», commenta, sorridendo, Giada, 14 anni a breve. Un filo di agitazione accompagna anche l’ingresso della 13enne Alma: «Il mio timore? Di sbagliare nei compiti ed essere bocciata, di rimanere indietro nelle materie, ma anche di non riuscire a coltivare amicizie, che sono importanti». Ed è proprio sul concetto di errore che il preside, Pier Paolo Eramo, ha scelto di soffermarsi nel suo discorso di apertura: «Sempre di più, adulti e ragazzi fanno molta fatica a tollerare il fallimento, perché la richiesta è sempre quella di essere perfetti, non solo a scuola. Ci sono modelli pervasivi, per i quali non ci si sente mai adatti o adeguati. Ho fatto appello alla non distrazione, che significa: non stiamo continuamente fuori a guardare gli altri, innaffiamo il nostro seme e facciamolo diventare pianta. È a questo che serve la scuola, altrimenti è solo un esercizio sterile. Alla fine, dobbiamo capire chi siamo e che cosa possiamo fare per il mondo che ci aspetta». Ma «nuovi» non erano soli: ad aspettarli, c’era anche Manuel Visani, diplomato pochi mesi fa, che porta avanti una specie di tradizione di incoraggiamento. Su un cartellone ha scritto, in latino, tre frasi (due di Seneca e una di Plinio il Giovane), che invitano ad afferrare il momento: «Si entra, spesso, in un tunnel fatto di compiti e verifiche e non ci si accorge del momento. Questa esperienza, però, ti fa sbocciare e risveglia ciò che in te era assopito e in attesa di crescere».
Giovanna Pavesi
Via Toscana brulica di ragazzi e di ragazze. Non si sente più l’afa di agosto, alle otto e mezza l’aria del mattino è fredda. C’è un gran via vai di auto, pullman e scooter. Pian piano i parcheggi ed il piazzale di fronte alla strada iniziano a riempirsi.
Giordani
Per il Giordani e l’Itis è il primo giorno di scuola. «Sono molto emozionata, ho un po’ paura perché non conosco nessuno qui - confida Sofia, che dal Friuli è da poco arrivata in città e frequenterà il quarto anno al Giordani -. Non so ancora in che classe sarò, sono entrata per chiedere ma ancora non si sa nulla. Spero di riuscire ad ambientarmi e di trovarmi bene con i nuovi compagni e professori». Anche Francesco aspetta fuori dal cancello, insieme al fratello maggiore, in attesa di scoprire la sua futura classe. «Frequenterò la prima all’indirizzo Web community. Mi piacerebbe imparare a usare bene il computer, ho voglia di impegnarmi per riuscire a lavorare nel mondo dell’informatica». Come ogni anno, il Giordani propone un tema che verrà affrontato dagli studenti durante i mesi scolastici. «Quest’anno il tema sarà l’"errore", e il titolo è "Quando errare non è un errore" - spiega il preside Alberto Berna -. È dalla primavera scorsa che ci stiamo preparando. Abbiamo in mente tante attività da far fare agli studenti e nei prossimi giorni organizzeremo anche un’uscita per stare insieme e consolidare i gruppi delle varie classi. Siamo contenti di ricominciare». «Abbiamo scelto questo tema perché ci sembra importante sdoganare l’errore scolastico e per diffondere il messaggio che sbagliare fa parte del percorso» afferma Maria Chiara Cavazzoni, professoressa di italiano.
Itis da Vinci
Nel frattempo, pochi metri più avanti, anche gli studenti e le studentesse dell’Itis stanno per vivere il loro primo giorno di scuola. «Sono eccitato all’idea di iniziare un nuovo percorso - racconta Francesco, che frequenterà la 1ªS, -. Non vedo l’ora di conoscere i miei nuovi compagni». «Spero che tutto fili liscio senza intoppi - dice Simon, che viene dalle scuole medie di Boretto e frequenterà la 1ªF, -, ma sento che sarà una bella esperienza». «È sempre bellissimo cominciare un nuovo anno e dare il benvenuto ai nuovi studenti che si aggiungono alla grande famiglia dell’Itis - afferma il preside Giorgio Piva -. Anche se sono qui da qualche anno, ogni volta è commovente vedere l’emozione nei volti dei ragazzi e delle ragazze, che sono i veri padroni della scuola». «A me piace talmente tanto stare a scuola che durante l’estate non aspetto altro che questo momento» confida la collaboratrice scolastica Daniela Lauria. Anche per lei è un nuovo inizio. «Ho girato come supplente in tante scuole della zona, da Collecchio a Fornovo e al Toscanini, ed è la mia prima volta all’Itis». C’era tanta emozione anche nelle parole dei professori. «È l’undicesimo anno ma è come se fosse sempre il primo giorno, è dalle cinque che sono sveglia» racconta Elena Petrin, professoressa di inglese. «Non so perché - aggiunge Gennaro Piccinini, professore di Scienze della navigazione - ma quest’anno mi sento particolarmente positivo, abbiamo tanti progetti in mente».
Andrea Grassi
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