Anno scolastico

Primo giorno a scuola per le prime classi delle superiori. Il prefetto Garufi: «Non fate gli eroi, cercate di essere brave persone»

Andrea Grassi

«Sono un po’ nervosa, ma contenta. Non conosco nessuno, ma cercherò di fare amicizia».

Ulivi

Jasmine arriva da Zibello, ha 14 anni e, ieri mattina, è entrata per la prima volta al liceo Ulivi, scuola che ha scelto con convinzione perché le piacevano le proposte dell’istituto. Si guarda intorno, prova a inserirsi nei gruppi dei più grandi e nel suo sguardo è raccolta la preoccupazione di un nuovo inizio. Insieme a lei, infatti, sono entrati anche i tanti studenti delle quinte, che sanno di essere alla vigilia di un bivio. «Sarà abbastanza complesso, passerà quasi subito ma spero di godermelo - spiega Anna, 18 anni e pronta per l’ultimo anno -. Dovrò scegliere l’università e sarà un capitolo nuovo, il che spaventa sempre». Consapevoli e felici di ritrovarsi, sono stati accolti dalla preside, Manuela Nardella, che da quest’anno scolastico si aspetta «un’esperienza stimolante», visto che «è una scuola dalla tradizione solida e prestigiosa»: «I ragazzi sono pieni di entusiasmo e di motivazione, così come il corpo docente, che è altrettanto pronto e felice di ricominciare». Sulle scale, a dare loro il benvenuto, anche il prefetto, Antonio Garufi che ha parlato di legalità e di coscienza civile, anche tramite la figura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, definito un «eroe della nostra Repubblica»: «A voi non si chiede di essere eroi, non è chiesto neanche a me, ma la Repubblica, lo Stato e la nostra comunità vi chiedono solamente una cosa molto semplice: essere delle brave persone».

Romagnosi

Anche a pochi metri da lì, nel cortile del liceo Romagnosi, altri studenti attendono di poter entrare. «Sono un po’ agitata perché è il primo anno e non conosco nessuno, ma sono anche felice di ripartire da zero», commenta, sorridendo, Giada, 14 anni a breve. Un filo di agitazione accompagna anche l’ingresso della 13enne Alma: «Il mio timore? Di sbagliare nei compiti ed essere bocciata, di rimanere indietro nelle materie, ma anche di non riuscire a coltivare amicizie, che sono importanti». Ed è proprio sul concetto di errore che il preside, Pier Paolo Eramo, ha scelto di soffermarsi nel suo discorso di apertura: «Sempre di più, adulti e ragazzi fanno molta fatica a tollerare il fallimento, perché la richiesta è sempre quella di essere perfetti, non solo a scuola. Ci sono modelli pervasivi, per i quali non ci si sente mai adatti o adeguati. Ho fatto appello alla non distrazione, che significa: non stiamo continuamente fuori a guardare gli altri, innaffiamo il nostro seme e facciamolo diventare pianta. È a questo che serve la scuola, altrimenti è solo un esercizio sterile. Alla fine, dobbiamo capire chi siamo e che cosa possiamo fare per il mondo che ci aspetta». Ma «nuovi» non erano soli: ad aspettarli, c’era anche Manuel Visani, diplomato pochi mesi fa, che porta avanti una specie di tradizione di incoraggiamento. Su un cartellone ha scritto, in latino, tre frasi (due di Seneca e una di Plinio il Giovane), che invitano ad afferrare il momento: «Si entra, spesso, in un tunnel fatto di compiti e verifiche e non ci si accorge del momento. Questa esperienza, però, ti fa sbocciare e risveglia ciò che in te era assopito e in attesa di crescere».

Giovanna Pavesi

Via Toscana  

Istituto tecnico da Vinci e professionale Giordani

Via Toscana brulica di ragazzi e di ragazze. Non si sente più l’afa di agosto, alle otto e mezza l’aria del mattino è fredda. C’è un gran via vai di auto, pullman e scooter. Pian piano i parcheggi ed il piazzale di fronte alla strada iniziano a riempirsi.

Giordani

Per il Giordani e l’Itis è il primo giorno di scuola. «Sono molto emozionata, ho un po’ paura perché non conosco nessuno qui - confida Sofia, che dal Friuli è da poco arrivata in città e frequenterà il quarto anno al Giordani -. Non so ancora in che classe sarò, sono entrata per chiedere ma ancora non si sa nulla. Spero di riuscire ad ambientarmi e di trovarmi bene con i nuovi compagni e professori». Anche Francesco aspetta fuori dal cancello, insieme al fratello maggiore, in attesa di scoprire la sua futura classe. «Frequenterò la prima all’indirizzo Web community. Mi piacerebbe imparare a usare bene il computer, ho voglia di impegnarmi per riuscire a lavorare nel mondo dell’informatica». Come ogni anno, il Giordani propone un tema che verrà affrontato dagli studenti durante i mesi scolastici. «Quest’anno il tema sarà l’"errore", e il titolo è "Quando errare non è un errore" - spiega il preside Alberto Berna -. È dalla primavera scorsa che ci stiamo preparando. Abbiamo in mente tante attività da far fare agli studenti e nei prossimi giorni organizzeremo anche un’uscita per stare insieme e consolidare i gruppi delle varie classi. Siamo contenti di ricominciare». «Abbiamo scelto questo tema perché ci sembra importante sdoganare l’errore scolastico e per diffondere il messaggio che sbagliare fa parte del percorso» afferma Maria Chiara Cavazzoni, professoressa di italiano.

Itis da Vinci

Nel frattempo, pochi metri più avanti, anche gli studenti e le studentesse dell’Itis stanno per vivere il loro primo giorno di scuola. «Sono eccitato all’idea di iniziare un nuovo percorso - racconta Francesco, che frequenterà la 1ªS, -. Non vedo l’ora di conoscere i miei nuovi compagni». «Spero che tutto fili liscio senza intoppi - dice Simon, che viene dalle scuole medie di Boretto e frequenterà la 1ªF, -, ma sento che sarà una bella esperienza». «È sempre bellissimo cominciare un nuovo anno e dare il benvenuto ai nuovi studenti che si aggiungono alla grande famiglia dell’Itis - afferma il preside Giorgio Piva -. Anche se sono qui da qualche anno, ogni volta è commovente vedere l’emozione nei volti dei ragazzi e delle ragazze, che sono i veri padroni della scuola». «A me piace talmente tanto stare a scuola che durante l’estate non aspetto altro che questo momento» confida la collaboratrice scolastica Daniela Lauria. Anche per lei è un nuovo inizio. «Ho girato come supplente in tante scuole della zona, da Collecchio a Fornovo e al Toscanini, ed è la mia prima volta all’Itis». C’era tanta emozione anche nelle parole dei professori. «È l’undicesimo anno ma è come se fosse sempre il primo giorno, è dalle cinque che sono sveglia» racconta Elena Petrin, professoressa di inglese. «Non so perché - aggiunge Gennaro Piccinini, professore di Scienze della navigazione - ma quest’anno mi sento particolarmente positivo, abbiamo tanti progetti in mente».

Andrea Grassi