La tragedia
Vignale, l'inchiesta continua: tutti i misteri ancora da chiarire
I reati contestati sono chiari e terribili: omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla premeditazione oltre che soppressione di cadavere. Ma se l'accusa ha messo nero su bianco le accuse che pesano su Chiara Petrolini - e per i quali la ragazza è ora ai domiciliari - gli investigatori non hanno certo smesso di indagare.
Perché sono ancora molte le cose da chiarire, tanti gli aspetti da definire. E alcuni di questi punti oscuri sono tutt'altro che trascurabili e potrebbero influenzare in maniera importante il futuro di Chiara e l'andamento dei futuri processi.
Il neonato del 2023 è nato vivo o no?
La ragazza, come è ormai accertato e riferito dalla Procura, ha sempre dichiarato che entrambi i bambini sono nati morti. In realtà, gli esami dei Ris e dei medici legali hanno permesso di stabilire senza ombra di dubbio che il piccolo partorito nella notte tra il 6 e il 7 agosto scorso era vivo al momento della nascita.
Il piccolo, insomma, avrebbe «eseguito atti respiratori validi» e il suo decesso è dovuto alla successiva emorragia provocata dal taglio del cordone ombelicale fatto in maniera sconsiderata, senza provvedere alla «adeguata costrizione dello stesso»
Una simile certezza non esiste
invece, ancora, per quanto riguarda il primo bambino, quello partorito nella giornata del 12 maggio 2023. Il corpicino, infatti, come è ben noto, è stato trovato solo di recente in una buca scavata in giardino e i resti appaiono molto compromessi. I Ris, sono riusciti a estrapolare il Dna arrivando all'identificazione dei genitori, Chiara e l'ex fidanzato, ma non è ancora certo se il piccolo sia nato morto, come dice la ragazza, o se sia deceduto in un secondo momento.
Per fare luce su questo punto stanno lavorando i tecnici del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano, specializzato proprio in questo tipo di analisi. Questo dettaglio, se fosse possibile evidenziarlo, potrebbe avere un peso determinante nel processo: alla ragazza, per ora, è stato contestato un singolo episodio di omicidio volontario aggravato ma se si scoprisse che anche il primo bimbo è stato ucciso la contestazione sarebbe ancora più pesante con un duplice omicidio.
La ragazza ha assunto sostanze per abortire?
Tra le cose scoperte dai carabinieri analizzando il cellulare della ragazza
sono emerse decine di consultazioni dei motori di ricerca sul web. E gli argomenti in primo luogo riguardavano sempre il modo per non farsi scoprire: «Come dissimulare la gravidanza?», «Come nascondere la pancia?» «Come impedire che facendo sesso l'uomo si accorga della gravidanza?». Ma non solo: molte altre ricerche erano ancora più sconcertanti e si concentravano sulla modalità per provocare o favorire un aborto arrivando, con il passare del tempo, alle tecniche
per indurre e facilitare il parto.
Chiara, in moltissime occasioni
ha provato a scoprire «Dove comprare erbe che fanno abortire?» o «Come abortire in casa» e poi si è concentrata su «Come schiacciare la pancia in gravidanza per indurre il parto» o «Ossitocina e misoprastolo per l'induzione del parto». Alla luce di questo gli investigatori hanno da subito cercato di capire se la ragazza abbia assunto dei farmaci e dove potrebbe esserseli procurati. In questo senso sono stati ispezionati, oltre alla abitazione, anche i cassonetti nella zona alla ricerca di compresse di farmaci e tracce di prodotti chimici e la ricerca è proseguita sul cellulare e il computer per vedere se possa avere acquistato online medicamenti per interferire con la gravidanza.
I familiari non hanno mai avuto sospetti?
La Procura, ricostruendo questa sconcertante vicenda in un primo momento ha ritenuto possibile un coinvolgimento dei genitori della ragazza nella tragedia di Vignale.
Al ritorno dagli Stati Uniti la madre
e il padre sono ovviamente stati sentiti e hanno ribadito con forza la loro estraneità e l'assenza di sospetti che, come dice la Procura si spiega «con l'assenza di segni evidenti tra cui la pancia». In più la loro reazione di fronte alla notizia della gravidanza è stata quella di persone che si trovano di fronte ad una assoluta sorpresa. Lo confermano anche le intercettazioni ambientali in cui i genitori si stupiscono e interrogano la figlia e, infatti, la posizione dei genitori è stata stralciata e ora sono considerati del tutto estranei ai fatti contestati.
Resta però una diffusa perplessità: «Come è possibile che non abbiano intuito nulla?», si chiedono in tanti sostenendo che il rapporto tra i genitori e una figlia avrebbe dovuto permettere a loro di percepire qualcosa di strano. E di conseguenza provare ad intervenire. Una considerazione logica di carattere umano che però non ha alcuna rilevanza penale: i famigliari potrebbero aver creduto alle spiegazioni e alle giustificazioni della figlia (come quelle legate a due copiose emorragia avute dalla ragazza) senza avere la forza o la determinazione di approfondire. E in questo caso, è ovvio, non siamo nel campo della giurisprudenza: ma solo dei rapporti personali all'interno di una famiglia segnata, più che altro, da uno scarso dialogo e una insufficiente empatia nei rapporti.
lu.pe