SALUTE
Ecco il robot prodigio per tornare a camminare
HAL (Hybrid Assistive Limb) è il robot che permette alle persone con problemi neurologici di recuperare gli schemi del cammino. Unico esoscheletro attivo al mondo, grazie alla lettura di segnali bio-elettrici aiuta i pazienti a raggiungere nuovi traguardi nella riabilitazione, ricostruendo il feedback neurofunzionale.
L’inventore di HAL, il professor Yoshiyuki Sankai, sarà a Parma ospite del convegno “Future talks for health”, organizzato da 2° Walk - Italian Cybernic Center e Centro Medico Spallanzani, domani alle 18 al Novotel conference centre, in via Trento.
Ne abbiamo parlato in anteprima con Francesco Chiampo, fondatore del Centro San Girolamo di Parma, leader per tutta l’Europa e il Medio Oriente nell’utilizzo di questi esoscheletri.
Come funziona HAL?
«HAL si muove secondo le intenzioni della persona. Per fare un esempio, con gli esoscheletri passivi è come se il paziente si sedesse a fianco del pilota e venisse trasportato. Con uno attivo, invece, è il paziente a guidare. Ovviamente al fianco dell’esoscheletro e del paziente occorre un team di professionisti capaci di programmarne la corretta collaborazione».
Parma è pioniera nell’impiego di HAL?
«Sì. Siamo riusciti ad accogliere l’esoscheletro nel 2018, anno in cui Parma è diventata la prima e unica sede autorizzata ad utilizzarlo a livello nazionale e l’Italia è stato il terzo Paese in Europa a poterlo fare in via ufficiale. Questo ha aperto nuove prospettive di vita ai pazienti con patologie neurologiche, come esiti di ictus, lesioni midollari, Parkinson e sclerosi multipla. Oggi il nostro team è leader per tutta l’Europa e il Medio Oriente, poiché l’esperienza e i risultati ottenuti in questi anni sono stati di grande rilevanza. L’innovativo modello di approccio riabilitativo è espresso dall’azienda 2° Walk, a maggioranza di Coopselios, che oltre all’utilizzo degli esoscheletri comprende un percorso funzionale, con una palestra riabilitativa neurologica e il neuropilates. Abbiamo trattato più di un migliaio di pazienti, provenienti da tutt’Italia, dall’Europa, dal Pakistan, dall’America».
La diffusione globale di questi esoscheletri attivi qual è?
«Si trovano in 33 Paesi: principalmente Asia, Medio Oriente, Europa, America, ma si stanno espandendo anche nella Penisola Araba».
Quali sono i benefici sul paziente?
«Una rigenerazione delle connessioni. Grazie alla lettura dei segnali bio-elettrici, attraverso la pelle HAL può ricostruire il movimento volontario di chi lo indossa. Questo feedback stimola la neuroplasticità per un recupero dell’autonomia duraturo nel tempo. Studi pubblicati attestano la possibilità di un maggior successo funzionale».
Ci porta la sua testimonianza di casi specifici?
«Un paziente, rimasto tetraplegico a 28 anni a causa di una lesione al collo occorsagli durante un tuffo, cui era stato detto che non avrebbe mai più camminato, oggi non solo cammina ma fa le scale e riesce ad alzarsi da una sedia. Un altro paziente, di Asti, mentre stava ristrutturando il suo agriturismo è caduto dalle scale rompendosi il collo. Per camminare dieci metri, quando è arrivato da noi, impiegava con fatica un minuto e mezzo: ormai li percorre bene in 18 secondi. Lui adesso è tornato anche a lavorare. Ma sono tante le testimonianze che fanno capire come il paradigma delle opportunità riabilitative sia completamente cambiato».
Un miracolo della scienza reso possibile grazie al professor Sankai, che nell’ambito di “Future talks for health” domani parlerà de “La robotica per la riabilitazione”.
«Yoshiyuki Sankai è un personaggio di grande rilevanza, anche intervistato come candidato al Premio Nobel per la salute. Lui ha sempre detto che le macchine possono essere impiegate per l’uomo solo quando l’uomo riesca ad ottenerne un miglioramento. La Cyberdyne, che produce HAL, nasce in Giappone nella prefettura di Tsukuba, culla dell’intelligenza artificiale, come a chiudere il cerchio tra meccanica e salute. HAL è la chiave di riaccensione delle funzioni neurologiche perse».
Claudia Olimpia Rossi