Lutto
Fidenza piange Alba Chereau Loreni
Nonostante il cognome dalle lontane origini francesi, un bisnonno di Parigi, lei Alba Chereau Loreni, era borghigianissima. Non amava svelare la sua età, anche se in perfetta lucidità e con una memoria da fare invidia, aveva raggiunto le 93 primavere. Anche sulle torte che ogni 30 giugno, allietavano la festa di compleanno, non apparivano mai le scritte con il numero degli anni.
Nata e cresciuta all’ombra del campanile di San Michele, se n’è andata proprio nel giorno della ricorrenza patronale della chiesa e del quartiere, a lei tanto cara.
Aveva vissuto gli orrori del bombardamento su Fidenza e con la famiglia d’origine era stata sfollata nella Bassa. Ricordava perfettamente tutto quello che era capitato nella sua amata città, rasa al suolo dalle bombe e ogni anno, il 13 maggio, rammentava quella triste data storica. Negli anni della gioventù, era una ragazza bellissima e si vantava sempre di avere avuto uno stuolo di corteggiatori. Aveva vissuto a lungo nel quartiere San Michele, che poi aveva lasciato a malincuore, per trasferirsi in quello della Luce. «Vado stare a Vaio», una simpatica battuta che diceva ad amici e conoscenti, per sottolineare la lontananza dal suo centro storico, dove però, tornava tutti i giorni, in sella alla sua bicicletta.
Era una provetta sarta da uomo e aveva collaborato con varie ditte di alta sartoria della città. Si era sposata con Luigi Loreni ed era diventata mamma giovanissima, di una bimba, che un destino crudele le aveva portato via a poco più di anno. Un dolore profondo che aveva segnato tutta la sua esistenza, ma poi mitigato dall’arrivo di altri due figli, Silvana e Mario, che ha amato profondamente e diventati lo scopo di tutta la sua vita.
Alba era una grande appassionata di lirica e conosceva tutte le opere e le romanze. Amava anche la montagna e aveva trascorso tante estati in vacanza, dapprima sull’Appennino parmense e quindi in Valtellina e in Valfurva. Ma adorava anche gli animali, la sua gattina Sissi, bellissima ma cattivella e il cagnolino di famiglia, Matisse, che coccolava per ore, tenendolo in braccio. Per non parlare della sua cucina, con i suoi primi piatti, la pasta e i dolci fatti in casa, specialità che le erano state tramandate da un’altra cuoca provetta: la mamma Poldina. Dotata di un eccezionale pollice verde, riusciva a far rifiorire piante, piuttosto difficili da salvare. Era anche una esperta giocatrice di briscola e tressette e memorabili in famiglia, sono rimasti i ricordi delle partite e le discussioni per i punti, con la mamma Poldina, il fratello Angelo e lo zio Frandèn. Ma Alba era soprattutto una profonda conoscitrice di Fidenza, della sua storia, dei suoi personaggi, delle sue tradizioni. Affezionata lettrice della Gazzetta, la sfogliava ogni giorno e negli ultimi tempi, quando la vista le era un po’ calata, si faceva leggere gli articoli dal figlio. E’ stata una gelosa custode del dialetto borghigiano, tanto che Vittorio Pezzani di Monte Kanate, quando poneva i suoi quiz in vernacolo, alla radio, faceva testo su Alba, che chiamava la «regina» del dialetto. I familiari hanno desiderato ringraziare il dottor Paolo Orsi, la dottoressa Marilena Chiusa, tutto il personale della Medicina blu e rossa e l’Hospice di Vaio. Alba Chereau ha lasciato i figli Silvana, Mario con Chiara, il fratello Angelo con Maura, i parenti.
In questo momento di grande dolore ci stringiamo in un forte abbraccio alla nostra Silvana, storica collaboratrice fidentina, e al fratello Mario. Tutta la famiglia della Gazzetta di Parma è loro vicina con grandissimo affetto.