Comunità di Sant'Egidio
Quando l'inclusione e il riscatto partono dallo studio dell'italiano
Storie di accoglienza, inclusione e riscatto. Spaccati di vita vissuti da giovanissimi e famiglie alle quali la guerra, la criminalità, la povertà hanno spezzato sogni, reciso legami, costringendoli alla fuga dai propri Paesi d'origine.
Sabato si è tenuta la cerimonia di consegna dei diplomi della scuola di italiano della Comunità di Sant'Egidio nella cornice della Sala Giovanna dei Laboratori aperti dell'ex convento di San Paolo, grazie al patrocinio del Comune. I diplomi sono stati consegnati a sessanta studenti della scuola di italiano di Sant'Egidio della sede di Santa Caterina e della scuola che la Comunità ha allestito al campo di accoglienza profughi di Martorano.
Per l'occasione erano presenti, tra gli altri, i coordinatori del centro di accoglienza di Martorano e le equipe educative delle Comunità di accoglienza per minori stranieri non accompagnati «Casa sull'albero» e «Progetto Baloo Casa Salati», per partecipare alla gioia dei propri ospiti che hanno partecipato con profitto alle lezioni della scuola, conseguendo il diploma. Alla cerimonia c'era pure Claudio Cottatellucci ex magistrato della Comunità di Sant'Egidio di Roma e coordinatore delle scuole di italiano delle comunità di Sant'Egidio di tutta Italia.
Il momento più toccante della cerimonia sono state le testimonianze di alcuni studenti. Tra loro, Roberto Ezequiel Sorano Lopez dal Nicaragua, Natalia Kurylova dall'Ucraina e Bayo Aboubacar dalla Guinea Conakry, che hanno ringrazio Sant'Egidio per il sostegno e l'amicizia con cui sono stati accompagnati nel corso del loro inserimento nella nostra società.
Roberto ha spiegato come la scuola di italiano non abbia rappresentato soltanto una occasione per apprendere un idioma, ma un modo concreto per sentirsi incluso in una nuova comunità. Non solo. Roberto ha deciso di «ripagare» la Comunità di Sant'Egidio partecipando attivamente come volontario nella distribuzione dalla spesa per i poveri e suonando la chitarra a messa.
Natalia invece è fuggita dall'Ucraina in guerra con figlio e marito; immaginava di venire in Italia per una sosta temporanea, ma ha trovato una seconda casa.
Bayo, un minore inizialmente ospitato a Martorano, ha alle spalle una storia di dolore e lutti, ma grazie a Chiara, che lui considera una seconda madre, ora vede vedere il futuro con occhi diversi, pieni di fiducia e riconoscenza.
Luca Molinari