Lutto
Addio a Rina, la maestra che sapeva costruire la pace
«Io non mi affliggo per le cose che si perdono, perché ne nascono di nuove». Così diceva Rina Passera in un’intervista del 2017 parlando di un’esperienza ecclesiale troncata. «Sazia di giorni», ha concluso la sua esistenza terrena domenica alla Casa di Alberi, dove viveva a causa dei postumi di un incidente (era stata investita il 1° gennaio).
Se ne è andata una donna esile nel fisico, ma robusta nell’intelligenza e nello spirito. Nata nel 1931 al Pagano di Viazzano, di cui ha narrato vita e usanze, si era trasferita a Parma dopo la morte del padre. Già prima faceva la spola tra la provincia e la città per seguire una chiamata irresistibile. Insegnante elementare, la sua prima sede fu Villora, in Val Ceno. «Rina è stata una pioniera – racconta l’amica Rita Spaggiari –. La conobbi nel 1978 in un campo del Movimento internazionale riconciliazione a Sivizzano. Viveva semplicemente, conosceva le erbe e i rimedi naturali. Ha curato molto la famiglia». Nella sede dei gesuiti di via Università si incontrava con gli obiettori di coscienza. «Oltre a far conoscere il Mir, invitò a Parma padre Cappelletto dei “Ricostruttori nella preghiera” che ci ha aperto allo studio delle religioni e alla meditazione. Ha diffuso l’esperienza del villaggio Neve Shalom Wahat al-Salam e della Comunità di Bose con la quale era in sintonia. Per me è stata una maestra di vita». Le danze sono state il leitmotiv di Rina, che ha contribuito alla nascita dell’associazione Terra di danza e ha fondato il Gruppo Selah, che intreccia studio biblico e pratica delle danze ebraiche. Non si è mai stancata di conoscere, studiare, insegnare.
Leggeva Vinova Bhave, discepolo di Gandhi, e Thich Nhat Hanh. Scriveva lettere vivaci sull’attualità. Luciano Mazzoni, coordinatore del Forum interreligioso di Parma, la definisce «una donna controcorrente, che ha dedicato la sua vita alla nonviolenza e a nuove forme di convivenza. Aveva visitato l’India e Israele, in Sicilia aveva vissuto in un campo estivo con Lanza Del Vasto, fondatore delle Comunità dell’Arca; corrispondeva con Aldo Capitini, ideatore della marcia Perugia-Assisi».
Al Colloquio ebraico-cristiano di Camaldoli del 1988 conobbe donne della Comunità ebraica di Parma con le quali strinse un’amicizia fedele. Si accostò alla lingua ebraica con un insegnante madrelingua in un gruppo che col tempo si assottigliò. Partito il maestro, i pochi rimasti, in prevalenza donne, continuarono l’apprendimento da Rina, la cui casa fu definita la jeshivah (scuola ebraica di Torah e Talmud).
Nella Commissione diocesana per l’ecumenismo, di cui era stata membro, in parrocchia, agli incontri ecumenici e interreligiosi, alle marce, agli incontri di danza, Rina Passera ha seminato il suo sorriso, frutto della meraviglia di bambina con la quale guardava alle cose e alle persone. La cifra della sua vita.
Laura Caffagnini