Verso Como

Il doppio ex Amoruso: «Parma ambiente ideale per crescere»

Marco Bernardini

Nicola Amoruso, doppio di ex Como e Parma, che partita dobbiamo aspettarci al «Sinigaglia»?
«Sarà sicuramente una bella partita perché ci sono due allenatori molto interessanti che possono anche rappresentare una sorpresa del campionato. Fabregas è una scoperta, Fabio è da un po' di anni che lo conosciamo in questa veste e credo che a Parma abbia trovato veramente la sua dimensione. Sono due tecnici tatticamente preparati, che studiano molto».

Ha giocato assieme a Pecchia tra le fila di Juventus, Napoli, Como e Nazionale Under 21. Avrebbe pronosticato un suo futuro in panchina?
«Lo conosco da tantissimo tempo, lo chiamavo “Avvocato” già prima che lo diventasse. È una persona seria, molto concentrata sul suo lavoro e c'era la sensazione che si sarebbe affermato anche come allenatore perché comunque è sempre stato attento ai dettagli, leggeva molto bene le situazioni. E si dedica anima e corpo al calcio».

Le sta piacendo finora il Parma?
«Rispecchia la mentalità di Fabio Pecchia, può pagare qualcosa a livello d'esperienza però è una squadra che ha entusiasmo e sta facendo il suo campionato. Bisogna assolutamente puntare sul gioco, sulle idee perché è il modo migliore per far maturare la squadra e i giovani».

Si aspettava quest'inizio da parte del Como?
«Devo dire che da subito il Como, pur sbagliando qualche partita, ha fatto capire la propria mentalità di volersela giocare con tutti. Cerca di imporre le idee anche contro le grandi squadre come successo a Napoli nel primo tempo. Penso non ci sia modo migliore, soprattutto, quando hai una squadra con tanti giovani, di farli migliorare non solo attraverso la ricerca del risultato ma provando a sviluppare appieno le loro qualità. E credo che finora il Como non abbia deluso nessuno, anzi ha sorpreso in positivo».

A livello di singoli chi l'ha colpita di più nelle due squadre?
«Sono contento per Cutrone che, dopo anni particolari, in cui si era un po' fermato, è di nuovo al centro del progetto. È una sorta di rivincita. Nico Paz è un giocatore che può fare la differenza con le sue giocate e la sua qualità. Nel Parma dico Bernabé, che ha un bel piede mancino ed è una delle mezzali più interessanti del nostro campionato».

Come giudica Bonny?
«Secondo me deve crescere, è già arrivato a due gol e un assist, ha un fisico importante e, se continuerà a lavorare, potrà diventare un giocatore molto interessante. Parma è l'ambiente ideale per poter crescere».

Giusto pensare alla salvezza oppure si potrebbe alzare l'asticella?
«Dopo esser saliti in serie A l'obiettivo più grande è quello di fare un buon campionato e salvarsi per poi progettare qualcosa in più l'anno prossimo. Ora bisogna pensare a salvarsi con le idee, con l'entusiasmo e con i giovani. Non si devono creare false illusioni ma crescere pian piano»

Qual è il suo pensiero sulla linea verde del club?
«Se andiamo a guardare i campionati esteri è la normalità, in Italia siamo un po' indietro sotto questo punto di vista. La scelta, l'idea e il concetto vanno assolutamente premiati, devi cercare di valorizzare i giovani e farli crescere il prima possibile. Credo sia un bene per quella che può essere la gestione economica della società ma anche nella ricerca di una nuova identità. Di sicuro sono contentissimo di vedere il Parma in serie A perché è una città speciale, una società speciale con dei tifosi speciali. Ho un ricordo fantastico e anche il rimpianto di aver giocato veramente poco nel Parma».

Cosa ricorda della breve esperienza in maglia crociata?
«La bellissima sensazione di entrare in campo al Tardini, è una tifoseria che ti fa sentire subito a casa e mette i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio».

Marco Bernardini