NEONATI MORTI

Chiara, dai domiciliari alla cella? Attesa per la decisione dei giudici: ecco gli scenari

Georgia Azzali

È rimasta lontana, Chiara. Distante da telecamere e microfoni. E dal racconto dell'abisso. Del suo abisso: quei due figli partoriti e poi sepolti nell'aiuola sotto la finestra della sua camera nella villetta di Vignale. Ha disertato l'udienza davanti al tribunale del Riesame di Bologna, ieri mattina, ma la sua presenza non era obbligatoria. Non doveva essere interrogata né aveva deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee. Era il giorno del primo confronto tra accusa e difesa. Tra la pm Francesca Arienti, che ha chiesto di nuovo il carcere per Chiara Petrolini facendo appello contro la decisione del gip di concederle i domiciliari, e l'avvocato Nicola Tria, convinto che il divieto di uscire di casa e lo stop ad ogni contatto con estranei, che non siano i genitori, siano «sufficienti» ad arginare il rischio di commettere nuovi reati. Poco meno di due ore di udienza (a porte chiuse), poi i giudici si sono riservati sulla decisione. Che comunque dovrebbe arrivare entro un paio di giorni. Tuttavia, anche se il collegio dovesse disporre il carcere, Chiara continuerebbe a rimanere ai domiciliari fino alla decisione della Cassazione, a cui è scontato che la difesa farebbe ricorso in questo caso.

La studentessa di Scienze dell'educazione. La baby sitter 21enne che sapeva farsi amare dai bambini degli altri. Ma che - secondo la procura - ha ucciso il suo secondo figlio, partorito nella notte tra il 7 e l'8 agosto e ritrovato il 9, lasciandolo morire dissanguato dopo il taglio del cordone ombelicale, e ha quantomeno soppresso il corpo del primo bambino, nato il 12 maggio 2023. Chiara è indagata per omicidio aggravato dalla premeditazione, perché avrebbe studiato e programmato come liberarsi del secondo neonato (ciò che dimostrerebbero diverse ricerche fatte online), oltre che dal rapporto di discendenza, ma anche per soppressione di cadavere in relazione ad entrambi i piccoli. Un omicidio pluriaggravato, eppure il gip, riqualificando anche il reato di soppressione di cadavere del secondo figlio in quello meno grave di occultamento, le ha concesso i domiciliari in un appartamento a Parma insieme al padre e alla madre. A quei genitori che «mai si erano accorti di nulla», ha sottolineato la procura impugnando l'ordinanza del giudice. Ma per l'avvocato Tria, si tratta di «un argomento che non coglie nel segno. Se dobbiamo parlare di chi non si è accorto di nulla, dobbiamo dire che il mondo intorno a Chiara non si è accorto di nulla». «Dobbiamo considerare - ha poi aggiunto - che c'è un prima e un dopo rispetto al disvelamento di questa vicenda. Questi genitori hanno riassettato la loro vita dopo questo disvelamento, in funzione di quello che hanno saputo e anche della vicenda cautelare».

Il ruolo dei genitori. La loro capacità o incapacità di «controllare» Chiara ai domiciliari: un punto centrale nelle argomentazioni della procura che potrebbe anche rivelarsi dirimente. «Ho portato tutti gli elementi di questa vicenda che invece depongono per la totale adeguatezza dei domiciliari - spiega l'avvocato Tria al termine dell'udienza -. Primo fra tutti, la specificità di questo caso e quindi anche del rischio. Se il rischio è commettere reati genericamente della stessa specie, non possiamo non declinarlo in relazione a gravidanze o al rapporto madre-nascituro. E se così è, gli arresti domiciliari sono, a mio avviso, la misura giusta».

Insomma, chiusa tra le quattro mura di casa, Chiara non potrebbe rimanere incinta e poi decidere di sbarazzarsi di un altro figlio. Ma la procura ipotizza il rischio di reiterazione di altri reati contro la persona, così come in genere avviene nei casi di omicidio. «Pensare a una pericolosità diversa di Chiara, quando negli atti non c'è niente che possa far pensare ad atti aggressivi, violenti, di tipo diverso - replica il difensore - significa andare un po' oltre la prognosi che di questi casi si deve fare».

Questione di giorni, o forse solo di ore. E il futuro di Chiara potrebbe avere un orizzonte diverso.

Georgia Azzali