Monchio
Valditacca, quel bar senza oste che attira i turisti
Un punto ristoro che si affaccia sulla strada, con tavolo e panche, macchina per il caffè, un frigorifero carico di bevande e tutto ciò che serve per uno spuntino, ma anche un microonde per qualcosa di più caldo. E sul bancone ci sono il listino prezzi e una cassetta per il pagamento.
Quello che manca però è «l’oste», perché l’iniziativa si basa su un prezioso ingrediente: la fiducia.
Dal 3 agosto è attivo a Valditacca, lungo strada della Colla, «Soste senz’oste. Al Bar che non c’è», un servizio che chiede al cliente di autogestirsi, ideato da Luca Cavani, proprietario della Locanda Centolaghi che gestisce insieme Monica Battaglioli.
L’idea è nata casualmente, da dei travi di legno scartati. E due mesi dopo il bilancio è positivo.
«Nei periodi di meno afflusso cerco sempre di inventarmi qualcosa per non annoiarmi - racconta ridendo Cavani -. L’iniziativa è nata in modo molto semplice, c’era della legna da gettare di un tetto da poco rifatto. Ho iniziato a recuperarlo, come è anche nella filosofia che caratterizza la nostra Locanda; l’ho pulito e adattato con l’idea di farci una palafitta, una terrazza coperta a bordo strada. Altro materiale di scarto l’ho recuperato da un amico di un’azienda a Langhirano. Avere qualcuno che si occupasse a tempo pieno però era impensabile».
«Abbiamo iniziato - spiega - con qualche bevanda nel frigorifero, prima chiuso con un lucchetto, e la possibilità di un caffè. Visto che l’iniziativa era apprezzata, su esempio di alcune esperienze all’estero, ho puntato sulla fiducia, la stessa che anima la gestione della locanda, dove molte cose sono lasciate a disposizione dei clienti. Da cosa nasce cosa e ora il frigo è pieno, ho tolto il lucchetto e c’è anche la possibilità del menù del viandante».
Quei materiali hanno così trovato una nuova utilità, dando vita ad un punto importante per i tanti frequentatori della zona, posto lungo una strada particolarmente praticata da escursionisti e biciclette, parte del tracciato della 100 Laghi Bike.
«Il mio intento era quello di dare un servizio in un luogo strategico, dotato anche di due punti ricarica per le bici elettriche. Ed è anche un modo per far conoscere e dare visibilità alla Locanda che si trova all’interno del borgo e che quindi non beneficia del passaggio – prosegue -. Non è un’attività nata con l’idea di guardare al guadagno: mi basta solo poter coprire le spese. Una scommessa ampiamente ripagata e dopo 2 mesi non è mai mancato nulla. Siamo molto contenti. Le persone ci lasciano sul calendario dediche e ringraziamenti».
E visto il riscontro positivo si guarda già al futuro. «Sto pensando alla versione invernale, un modo per chiudere la struttura e riscaldarla – annuncia -. E per la prossima estate ci sarà anche un’area dedicata alla manutenzione delle biciclette. E non solo, perché in collaborazione con Mb bike attrezzeremo i punti ricarica con cassettine e quattro alimentatori adatti al 90 per cento delle bici: un grande vantaggio per gli avventori».
Maria Chiara Pezzani