I 150 anni dalla nascita
Il notaio e senatore Giuseppe Micheli e il suo lascito per la città
Giuseppe Micheli, di cui quest'anno si celebrano i 150 anni dalla nascita, è sempre vivo ed attuale nella storia di Parma. I documenti dell’archivio suo e dello zio Mariotti sono una eredità che caratterizza la Biblioteca Palatina.
Per ricordare l’anniversario di questa fondamentale figura della storia di Parma si è costituito un comitato celebrativo - coordinato da Eugenio Caggiati - al quale hanno aderito una quarantina di realtà istituzionali ed associative.
Una trentina sono gli eventi che in questi mesi si stanno svolgendo in tanti Comuni e sulle cime dell’Appennino parmense che tanto Micheli ha amato.
Il programma si concluderà con la pubblicazione di una ricerca ed un convegno sulla Protezione Civile parmense che Micheli aveva già ipotizzato durante il terremoto di Messina che lo ha visto protagonista.
Giuseppe Micheli, nato il 19 ottobre 1874, è stato un protagonista, fin da giovane, nella storia parmense e nel dibattito politico nazionale, esprimendo la voce, in particolare, del popolo delle vallate dell’Appennino.
Deputato per sei legislature, aderì nel 1919 al Partito Popolare di Luigi Sturzo a cui fu legato da sentimenti di reciproca stima politica e amicizia personale.
Fu tre volte Ministro del Regno d’Italia prima del fascismo; dopo il 1943 venne scelto dagli Alleati come referente del Comitato di liberazione nazionale parmense che si era costituito proprio nel suo studio il 17 ottobre.
Fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi che ne riconobbe valore e autorevolezza; fu eletto membro della Costituente con la nomina di vicepresidente e, in seguito, nominato senatore; fu nuovamente Ministro nell’Italia repubblicana.
Caratterizzò molto il suo impegno con la volontà di dare vita alla Regione Emiliano Lunense, con la convinzione che lo sviluppo di Parma si doveva muovere nella linea dal Po al mare.
Micheli fu molto segnato dalla morte del figlio Michele, capitano della Tridentina, disperso in Russia, e per questo diede vita alla “Alleanza familiare per i dispersi ed i prigionieri in Russia”. È stato anche presidente nazionale degli universitari cattolici (Fuci) e cofondatore dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani).
Giuseppe Micheli fu protagonista nel catastrofico terremoto che rase al suolo Messina e Reggio Calabria del 1908. Fu tra i primi a portare soccorso e realizzò, grazie anche al significativo contributo della Cassa di Risparmio e dei cittadini di Parma, un villaggio provvisorio di baracche poi denominato “Michelopoli”. È ancora oggi ricordato a Messina con un significativo monumento. Anche il Comune di Messina ha aderito al Comitato celebrativo parmense.
Micheli, notaio di professione, ha, in particolare, lasciato un profondo segno nella storia di Parma per il suo impegno nelle vallate dell’Appennino con la costituzione di Casse Rurali, con la presidenza della Deputazione Storia Patria, del Cai al quale donò, in testamento, il Rifugio Mariotti del Lago Santo.
Nel 1900 fu il padre dell'associazione La Giovane Montagna con la quale fondò l’omonimo periodico dedicato alla vita locale ed ai problemi del Paese.
Morì a Roma il 17 ottobre 1948; fu accolto a Parma per il suo funerale da una grande folla. Molto importante per gli storici è la raccolta di documenti sua e dello zio Mariotti archiviata in Biblioteca Palatina.
r.c.