BUSSETO
Villa Verdi, una raccolta firme e una boutade: «Pronti a boicottare la prima alla Scala»
Mentre un gruppo di melomani, guidato da Leone Facoetti, appassionato verdiano e frequentatore dei teatri di tutta Europa, medita, sulla carta, azioni clamorose in difesa del recupero non più procrastinabile di Villa Verdi - sui social ha lanciato una boutade: «Boicottare la prima alla Scala del 7 dicembre» - a Busseto è partita una raccolta di firme sotto l’egida del «Comitato storico Giuseppe Verdi: la sua epoca, la sua terra».
Con sede a Piacenza il comitato ha lanciato la raccolta di firme «a scopo di coinvolgimento e sensibilizzazione per la tutela dei luoghi del circuito Verdi, contro il degrado e l’abbandono in atto».
A spiegare quale sia l’emergenza alla base di questa raccolta firme è Alessandra Toscani, scrittrice e saggista, autrice di numerosi volumi sul Cigno di Busseto, che fa un elenco impietoso dei luoghi verdiani i evidente stato di degrado. Sì, perché oltre Villa Sant’Agata, ecco la chiesa di Roncole Verdi e il santuario di Madonna dei Prati, luoghi dei «primi passi» del giovanissimo Verdi chiuse in attesa di recupero e, arrivando a Busseto, palazzo Orlandi (già di Giuseppina Strepponi) abbandonato da tempo al proprio destino dopo l’acquisto da parte della Siae e, infine, Villanova Sull’Arda in provincia di Piacenza, dove sorge Villa Verdi, chiusa da quasi due anni, ormai e l’ospedale voluto dal Maestro: anche questo chiuso e in abbandono e da dove addirittura è scomparso il busto di Verdi posto all’ingresso.
Leone Facoetti, però, getta altra benzina sul fuoco: «Ho lanciato una sorta di campagna per coinvolgere più gente possibile in questa iniziativa, perché si sta trascurando un bene immenso. Villa Verdi non solo è in abbandono da due anni – dice il melomane lombardo, frequentatore dei teatri di mezzo mondo – ma un mio conoscente ha detto di essere entrato tranquillamente nel parco dalla strada, dove la recinzione è crollata e non offre alcuna protezione. Certo che la “sparata” sul boicottaggio della prima verdiana al teatro alla Scala è solo una boutade, ma non escludiamo di coinvolgere grandi musicisti e personaggi eminenti della cultura per tutelare la villa che noi consideriamo, nei fatti, un monumento nazionale».
Nel frattempo, dopo l’avvicendamento al dicastero della Cultura, scrive Maria Mercedes Carrara Verdi: «Nonostante il cambio del ministro la procedura di pubblica utilità che vorrebbe portare l’esproprio prosegue» e, così, Facoetti promette, assieme ai tanti che hanno raccolto il suo appello su Facebook, di tenere i riflettori ben accesi.
Egidio Bandini