VIA BURLA
Detenuto chiama la moglie 7200 volte con un cellulare «clandestino»: tre nei guai
Molto altro da fare non è che l'avesse, anche se il suo non può essere certo considerato «tempo libero». E così, tornato finalmente nelle condizioni di contattare la moglie più irraggiungibile che lontana, ne ha approfittato, chiamandola oltre 7.200 volte in cinque settimane. Mettiamo che non tutte abbiano avuto risposta e che magari qualche volta sia caduta la linea, ma è pur sempre una sorta di record.
Specie se si considera che il cellulare, oltre che condiviso, andava tenuto nascosto: lui, il telefonista dagli scatti illimitati, non poteva averlo con sé né tanto meno utilizzarlo, essendo recluso in una cella di via Burla. Per questo, il detenuto, un 42enne campano, è comparso (in videocollegamento dal carcere) davanti al Gup. Oltre alle migliaia alla moglie (tra il 20 maggio e il 29 giugno 2022), avrebbe effettuato, limitandosi in questo caso, 18 chiamate alla madre, dal 6 al 22 giugno.
È stato di certo il 42enne a farne l'uso più consistente. Ma oltre a lui, per quel cellulare introdotto in via Burla non si sa bene come né da chi, sono finiti nei guai altri due detenuti a loro volta di origini campane. Uno, 56enne, avrebbe chiamato la moglie 14 volte concentrate tra il 6 e il 9 giugno 2022, mentre al figlio avrebbe dedicato 18 telefonate, dal 19 al 27 giugno. Il terzo, infine, di 47 anni, pare che dal 3 al 28 giugno abbia contattato la sorella 19 volte, mentre a un amico avrebbe riservato una chiamata il 22 giugno.
Tutti e tre gli imputati hanno patteggiato dieci mesi di reclusione. Finiti i tempi del fortunato spot della Telecom, nel quale una telefonata allungava la vita a Massimo Lopez. Qui, che sia una o che siano 7200, rischiano di allungare la pena.
rob.lon.