Lutto

Addio a Mauro Barbacini, l'architetto gentiluomo

Anna Pinazzi

Era uno di quegli architetti che si sporcava le mani di grafite e china. Che viveva i progetti, partendo dalla materialità dell'atto creativo. Così gli edifici prendevano vita in un processo unico capace di unire testa, cuore, mani. Indissolubilmente.

È venuto a mancare ieri mattina all'età di 87 anni Mauro Barbacini, architetto molto conosciuto a Parma, anche presidente per diversi mandati dell'Ordine degli architetti in città. «Un vuoto profondo e tantissimi ricordi» è quello che lascia alla «amata» - sottolineano con amore i parenti - moglie Pina, alle figlie Benedetta, Giulia e Ilaria e ai nipoti. Le parole mancano in queste ore di lutto, mancanza: «Un architetto dalle grandi doti umane» è l'unica cosa che riesce a dire, commossa, la figlia Ilaria.

I ricordi dei colleghi si moltiplicano. Ne racconta l'operato il presidente dell'Ordine degli architetti di Parma, passando in rassegna una carriera piena di progetti: «Con la scomparsa di Mauro Barbacini, l’Ordine degli Architetti Ppc di Parma perde una figura di grande rilievo. Presidente dell’Ordine dal 1982 al 1984, dal 1986 al 1990 e successivamente dal 1992 al 1994, Barbacini si è speso per il bene della categoria con dedizione per lungo tempo - afferma il presidente Daniele Pezzali -. Sono legato a Mauro Barbacini, persona dotata di rara umanità e gentilezza, anche per l’affetto con cui mi accolse quando mossi i miei primi passi nell’Ordine come consigliere, nel corso del suo ultimo mandato di presidenza».

In anni recenti poi, Barbacini si era messo a disposizione dell’Ordine ancora una volta presiedendo il consiglio di disciplina nel biennio 2016-2017 e dal 2017 al 2021. «Insieme alla sua lunga carriera professionale non si può non menzionare quella come delegato Inarcassa per la provincia di Parma - aggiunge Pezzali - un ruolo la cui importanza Barbacini ha trasmesso alla figlia Ilaria, architetto, oggi delegata in carica».

Barbacini è l'esempio concreto di quella generazione di architetti che «ha avuto la grande opportunità di vedere realizzati tanti progetti, sporcandosi le mani di grafite e tirati in bella a china , soffermandosi sul particolare, sul dettaglio del dettaglio, coniugando in un tratto di penna l’arte e la realtà costruita», fa sapere il collega Gian Luigi Punghellini.

Durante le loro chiacchierate ricordava con piacere gli anni di formazione in cui la figura di Frank L. Wright – il maestro per antonomasia pioniere della architettura moderna di cui conosceva tutte le opere - lo aveva forgiato e spinto ad esprimersi con una architettura semplice ma incisiva, corrispondente ai bisogni reali delle persone. I ricordi si moltiplicano tra i progetti e le carte per il progetto del vicario della Diocesi, Monsignor Franco Grisentio. Oppure tra le pause e le riunioni del Consiglio di disciplina dell' Ordine professionale. «Ha saputo guidare la squadra con autorevolezza - racconta Punghellini -. anche a nome dei colleghi del consiglio posso certamente affermare che lo ricordiamo così , come una bella squadra con la sua carismatica figura alla guida : rimangono con piacere nei ricordi quelle giornate, le riunioni, le mille telefonate che ci siamo scambiati e qualche momento conviviale passato insieme». Barbacini, oltre la professione: «Aveva quella dote speciale di saper mettere l’interlocutore a proprio agio chiunque fosse e in ogni circostanza: sempre pacato, riflessivo nella analisi dei problemi e attento a non dare mai nulla per scontato - aggiunge, infine il collega -: ogni occasione di confronto è stata, sempre, una buona occasione di approfondimento e crescita».

Mauro Barbacini, professionista apprezzato. Sensibile architetto di relazioni.

Anna Pinazzi