Collecchio

Il legno di un barchino dei migranti per realizzare a scuola strumenti musicali

Chiara Cacciani

Collecchio Blu profondissimo nel quale di vite ne sono affondate tante. Azzurro di vernice quello che dopo la partenza hanno solo potuto ricordare: sparito in quei 14 corpi senza spazio, gli occhi fissi sulle tonalità della speranza, del terrore, della preghiera, e della terra finalmente.

Blu ciano il grande foglio su cui la sindaca Maristella Galli, abitudine da insegnante, traccia lo schema della storia. Una buona storia che arriva a congiungere Collecchio a Lampedusa. O meglio: a uomini, donne, adolescenti e infanti che provano ad attraversarlo, il Mediterraneo. I 14 che citavamo all'inizio ci sono riusciti: era settembre e oggi quel barchino è ancora lì, “agganciato” all'isola. «Ma appena il mare sarà più calmo - racconta Galli - lo tireranno su e tra quattro o cinque giorni potrebbe già essere qui». Dal 9 novembre sarà esposto davanti al Municipio. Solo due settimane, però, perché poi - grazie soprattutto alle sei prime medie della scuola Galaverna - i suoi legni e ciò che rappresentano si trasformeranno lentamente in “Una musica viene dal mare”.

Ma seguiamo le frecce tracciate affettuosamente sul foglio ciano. Si parte con quattro nomi: Alessandra Marconi e Cristina Fava, insegnanti di Educazione musicale, e Giuliana Marcon e Rossella Loschi, colleghe di Tecnologia. Il loro progetto - finanziato da Fondazione Cariparma - è quello di offrire a alunni e alunne delle prime medie la possibilità di avvicinare il mestiere degli artigiani.

Arrivano in Municipio per chiedere a Galli se conosce qualcuno adatto e disponibile a partecipare ai tre laboratori: falegnameria, elettricità e panificazione. E per caso si finisce a parlare dell'Orchestra del Mare, un gruppo di musicisti bresciani riuniti per suonare strumenti realizzati nella liuteria del carcere di Opera. Strumenti fatti del legno delle barche con cui i migranti hanno attraversato il Mediterraneo.

«Beh, anche io ci provo», si dice la sindaca di Collecchio, e tramite l'aiuto del prefetto Garufi ottiene il via libera del prefetto e del procuratore di Agrigento: uno dei barchini può essere (letteralmente) sdoganato. Anche l'Agenzia delle Dogane dà prova di grandissima gentilezza, così come da Collecchio arriva la sponsorizzazione di Lactalis e Il Colle Logistica. Entra nel gruppo Domenico Carcelli, ex operaio del Comune che si occuperà di sfasciare - il termine è questo - il “nostro” barchino e dividere i pezzi: gran parte andranno alla scuola Galaverna, dove per l'occasione farà il suo rientro anche l'ex insegnante Sergio Picollo. «Le classi realizzeranno strumenti di legno semplici: già in questo primo quadrimestre si metteranno all’opera, per avere tutto pronto a primavera per un concerto finale a cui si uniranno altri strumenti, più complessi, realizzati dal liutaio Lino Mognaschi, della Compagnia del Lorno di Colorno, che ci darà la sua consulenza», spiega la sindaca. «La barca come simbolo di tutti quei morti in mare e anche di quei salvati, e la musica come linguaggio ponte: è questo che consegniamo ai giovani per poi diffondere un messaggio alla comunità. Si tratta di esseri umani, e partendo dai perché dei loro viaggi difficilissimi, dobbiamo trovare soluzioni per accoglierli e inserirli». «Partire da un'educazione scolastica con musica o tecnologia e arrivare a riconoscere il valore della persona umana in qualsiasi condizione si possa presentare è un obbiettivo molto alto - le fa eco il preside Giovanni Brunazzi - ma alla quale la scuola non può rinunciare».

Chiara Cacciani