Ritrovati nel canale Naviglio
Due bombe a Ravadese: arrivano gli artificieri
La pioggia, quando è esagerata come è stata nei giorni scorsi, non provoca solo esondazioni o allagamenti. Ma fa tornare alla luce anche oggetti che erano nascosti da decenni. E che, pure a distanza di tanto tempo, possono fare ancora molto male.
Lo dimostra quanto accaduto nei giorni scorsi a Ravadese dove l'acqua ha scavato nelle rive del canale Naviglio facendo emergere degli strani oggetti metallici. La forma era inequivocabile e qualcuno li ha notati. Poi non ha perso tempo: e ha allertato il 112.
Un residente infatti della zona passeggiando ha visto quelli che sono apparsi subito come residuati bellici e ha chiesto aiuto: sul posto sono arrivati immediatamente dei militari della stazione Parma Centro che hanno circoscritto l'area dove si trovavano i due residuati e hanno a loro volta avvisato gli esperti artificieri.
Nel frattempo si è cercato di capire cosa fosse successo ed è apparso chiaro che le due bombe, per la precisione due proiettili d'artiglieria di fabbricazione tedesca, erano rimasti coperti dalla terra fin dalla fine della guerra. E che solo l'onda d'acqua provocata dal maltempo li aveva scoperti.
Dopo una prima valutazione iniziale è stato richiesto l’intervento del Nucleo EOD (Explosive Ordnance Disposal) del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, militari proprio specializzati nel disinnesco e nella gestione di ordigni. A loro è bastata una rapida occhiata per confermare che si trattava di proiettili che risalivano al tempo della guerra. Ma anche per spiegare che questo non li rendeva per nulla inoffensivi: e che poteva bastare poco per ceare un problema per chi si fosse trovato a passare nei dintorni.
L’area circostante è stata immediatamente evacuata e transennata per prevenire eventuali pericoli per i residenti e per le autovetture di passaggio: quindi i tecnici dell’Esercito, con tutte le doverose cautele, hanno proceduto al recupero e trasporto dei due proiettili in una località sicura della provincia, in una cava a debita distanza da tutte le abitazioni, dove sono stati fatti brillare.
Questo processo, che consiste nel maneggiare l’esplosivo in modo controllato per farlo deflagrare in tutta sicurezza, è stato eseguito utilizzando una serie di procedure di sicurezza che sono condificate per ridurre al minimo i pericoli e per permettere di netralizzarli senza problemi.
Purtroppo, piene a parte, ritrovamenti di residuati della guerra ancora in grado di scoppiare, sono ancora abbastanza frequenti sia in zone agricole sia in aree residenziali che non sono state in passato analizzate o bonificate.
Un caso eclatante e recente è quello registrato qualche mese fa a Fidenza durante i lavori di costruzione di un sottopasso quando venne ritrovato un proiettile di artiglieria inesploso. Per mettere in sicurezza l'area anche in quel caso fu necessario l'intervento degli artificieri del genio che sono poi riusciti a farlo esplodere al sicuro nel greto dello Stirone.
Luca Pelagatti