OMICIDIO DI SANT'ANDREA

Marina uccisa da due colpi di carabina alla testa mentre dormiva

Georgia Azzali

Non ha fatto in tempo nemmeno a incrociare il suo sguardo. Dormiva, Marina Cavalieri, mentre il marito le ha puntato la carabina alla testa e ha sparato. Due colpi, non uno come emerso in un primo momento, nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 ottobre, con quell'arma regolarmente detenuta. Poi, un viaggio di centinaia di chilometri con l'auto di lei fino a raggiungere l'Argentario. Lì, dove pare che lui e la moglie avessero trascorso le vacanze estive. E dove Giovanni Vascelli è stato rintracciato dai carabinieri e bloccato due giorni dopo, nel pomeriggio in cui è stato scoperto il corpo di Marina. Ancora rinchiuso nel carcere di Grosseto, si era avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. Il giudice, dopo la convalida, ha trasmesso per competenza gli atti a Parma. E il gip Gabriella Orsi ha firmato la nuova ordinanza di custodia cautelare. A breve, si attende anche il trasferimento di Vascelli nel penitenziario di via Burla.

Più di trent'anni insieme. Lei, 62 anni, infermiera in pensione; lui, tre anni in più, lavorava ancora per una ditta di surgelati: una coppia conosciuta in paese, di cui mai si era vociferato di particolari dissidi. Eppure, negli ultimi due mesi lui sarebbe cambiato, secondo alcuni colleghi e amici: un uomo sorridente e allegro che improvvisamente aveva indossato una maschera di sofferenza. Sempre più schivo e taciturno, ma pochissime parole sul perché: «Devo fare degli esami medici», si era limitato a spiegare. Ma forse qualcosa di stava spezzando nel legame con Marina. Ed è proprio del rapporto con la moglie, diventato sempre più problematico, che avrebbe parlato per tentare di spiegare il movente dell'omicidio durante l'interrogatorio con gli investigatori subito dopo il fermo. Poi, il silenzio, perché durante la convalida del fermo si è avvalso della facoltà di non rispondere, assistito dall'avvocata Dina Paoli del foro di Grosseto, che tuttora rimane il difensore d'ufficio.

Omicidio aggravato dal rapporto coniugale: questa la contestazione formulata - per ora - dal pm Cecilia Baravelli. Ma le indagini sono nella fase iniziale, e non è escluso che altre aggravanti possano essere aggiunte. Da sola, quella del coniugio, può comunque portare all'ergastolo.

Ma come è maturato l'omicidio? Resta l'ombra della premeditazione. Perché se è vero che l'arma era regolarmente detenuta, bisognerà capire se e come Vascelli ha preparato il delitto. Tuttavia, potrebbe configurarsi anche l'aggravante dei futili motivi, ammesso che non emerga un movente «sostenibile». Due prospettive che, se confermate, significano anch'esse: ergastolo.

Quel giovedì il corpo di Marina era stato scoperto per caso da un parente che era andato nella villetta di Sant'Andrea Bagni per dare da mangiare ad alcuni animali. Entrando in casa, si sera stupito di non vedere Marina. Che era ancora nel suo letto. Adagiata tra quelle lenzuola da due giorni. Uccisa dall'uomo con cui aveva condiviso la vita.

Georgia Azzali