Il tributo

Vittorio Adorni: un francobollo celebra il mito

Alberto Dallatana

Velocità, sicurezza, eleganza: c’è tutto Vittorio Adorni nell’immagine che gli dona un altro pezzo di immortalità. È quella stampata sul francobollo emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la serie tematica «Lo sport», dedicata al ciclismo. Celebra quattro campioni del mondo italiani: il milanese Libero Ferrario (iridato a Zurigo nel 1923, quando ancora il mondiale era riservato ai Dilettanti), il forlivese Ercole Baldini (oro a Reims nel ‘58) e il bergamasco Felice Gimondi (primo nel ‘73 al Montjuic). Adorni vinse a Imola il primo settembre 1968 al termine di una fuga lunghissima, che già per l’epoca poteva definirsi «d’altri tempi». La foto sul francobollo è dello stesso anno, lo si deduce facilmente dalla scritta «Faema» (il nome della sua squadra di allora) che si legge sulla maglia e sulla bicicletta. Dal 1969 passò alla Scic per il finale della sua carriera. Ma sono dettagli.

La sostanza, invece, è, oltre all’importanza dell’iniziativa, l’amore tangibile di cui si è riempita ieri mattina la sala del Consiglio Comunale di Parma, luogo scelto per la presentazione ufficiale del francobollo dedicato a Vittorio (ne sono stati stampati duecentomila esemplari per ciascuno dei quattro). «Adorni è profondamente legato alla storia della nostra città – ha detto il sindaco Michele Guerra - così ci è sembrato giusto presentare qui questo francobollo. Sulla mia scrivania conservo pochi oggetti, uno è il libro con la sua biografia, perché Vittorio è certamente una figura a cui fare rifermento, un modello a cui guardare. Un campione arrivato all’apice con grande umiltà e modestia, ricevendo tanto amore dai parmigiani e che ha restituito molto, in termini di valori, alla sua comunità». L’assessore allo Sport Marco Bosi ha promesso «di onorarlo con l’intitolazione di uno spazio pubblico, un luogo dello sport, alla sua memoria». Gianmaria Manghi, in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, di Adorni ha sottolineato «il forte legame che ha sempre mantenuto con il suo territorio, Vittorio è stato un eroe buono che ci ha aiutato ad apprezzare la positività legata allo sport».

Un campione che anche contribuito a rivoluzionare il racconto dello sport in televisione, «già da quando era corridore, con il grande Sergio Zavoli che ne intuì le doti comunicative e lo volle al «Processo alla Tappa» - ha ricordato il direttore della Gazzetta di Parma Claudio Rinaldi -, poi fu il primo commentatore tecnico dello sport in pianta stabile, uno a cui chiedevano consigli e analisi i più grandi giornalisti italiani di ciclismo. E Vittorio era a sua volta orgoglioso di essere un giornalista iscritto all’albo dei pubblicisti, e con il nostro giornale ha collaborato per tanti anni analizzando le tappe del Giro. Più in generale, penso che Vittorio sia stato uno dei maggiori, se non il principale, ambasciatore di Parma nel mondo». Un altro è certamente Giampaolo Dallara, seduto in sala e commosso nel ricordare, «il campione che ammiravo e che conobbi dopo, quando divenne presidente del Panathlon. Una persona splendida, incredibile – racconta l’ingegnere di Varano -. Le riunioni a casa sua, con i dolci preparati da Vitaliana, erano giornate di amicizia vera». Paolo Gandolfi, uno dei principali collezionisti italiani di memorabilia legata allo sport e soprattutto al ciclismo, assicura che «un’iniziativa così sarà apprezzatissima dagli appassionati. A febbraio andrò in Belgio, dove il ciclismo è religione, e ne porterò tanti ai collezionisti di lassù». La dedica di un francobollo, confermano Barbara Negroni e Luciana Ferrari dell’area filatelica di Poste Italiane, «è un onore riservato a pochi, nello sport come in altri campi, concesso dal Ministero». Francobolli che saranno spediti ai 172 paesi dell’Unione Postale Universale, come prevede la prassi degli stati membri. Anche questo, in fondo, è un titolo mondiale.