BARRIERA GARIBALDI

Palazzo delle Acque, cantiere al via tra «fontane verticali» e uffici senza barriere architettoniche

Pierluigi Dallapina

Primo: rendere il palazzo accessibile a tutti. Secondo: far capire di che cosa si occupano gli uffici al suo interno (qui daranno una mano le «fontane» verticali). Terzo: abbellire e illuminare meglio un'area di passaggio, che fa da cerniera tra il centro e la zona della stazione. Questi sono i tre pilastri su cui poggia il progetto di recupero del Palazzo delle Acque, a barriera Garibaldi, dai più conosciuto come l'ex Magistrato per il Po.

I lavori, iniziati nei giorni scorsi, dureranno circa cinque mesi, mentre il costo totale dell'intervento, che riguarderà sia l’ingresso che lo spiazzo davanti alla facciata, è di circa 700mila euro.

La progettazione è stata affidata da Aipo a un gruppo tecnico formato dall’architetto Paolo Giandebiaggi e dagli ingegneri Giuseppe Stefanini, Marco Sampietri e Gianpaolo Vecchi. L'intervento ha coinvolto anche Cristina Anghinetti (consulenza per gli aspetti archeologici), Silvia Simeti (restauri) e l’agronomo Luigi Massolo. Il responsabile del procedimento è Remo Passoni, afferma: «Verrà garantita la massima accessibilità al Palazzo delle Acque e l'ingresso sarà riqualificato per renderlo più funzionale possibile».

Il palazzo è un vero e proprio contenitore di uffici che si occupano di gestione dei fiumi e delle acque. Infatti ospita l'Aipo (l'ex Magistrato per il Po con cui si continua a indicare il palazzo), l'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, l'Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna (uffici di Parma), l'Arpae (struttura Idrometeoclima), l'Agenzia del demanio e provveditorato opere pubbliche Lombardia-Emilia Romagna (uffici di Parma).

I lavori sono stati concordati tra i vari enti che hanno sede nell’immobile nel corso di diverse assemblee condominiali e i progetti hanno recepito le prescrizioni della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza.

All’interno, l’intervento principale riguarderà la messa a norma definitiva dell’ingresso dal punto di vista dell’accessibilità per le persone con disabilità o con difficoltà motorie. L’attuale sistema per il superamento dei gradini presenta infatti inconvenienti che saranno definitivamente superati grazie a una nuova piattaforma di sollevamento che dovrebbe rendere agevole a chiunque l’accesso agli uffici. Inoltre, la reception verrà spostata nell’atrio centrale, in una collocazione che faciliterà l’accoglienza e l’orientamento di chi entra nel Palazzo delle Acque.

Per quanto riguarda la parte esterna, di proprietà di Aipo, sarà realizzata una nuova rampa di accesso per le persone con disabilità, sarà ridotta e migliorata la pavimentazione esistente e verranno collocati dei «muri d'acqua», cioè installazioni verticali con acqua a scorrimento, per richiamare l’elemento naturale che caratterizza le funzioni da sempre svolte nell'ex Magistrato per il Po. Nella stessa area sarà anche potenziata l’illuminazione, in modo da non lasciare punti più bui durante le ore notturne. Visto il contesto, va sottolineato che il progetto segue scrupolosamente le indicazioni della Soprintendenza.

L'intervento di manutenzione presta poi particolare attenzione a un tema sempre più attuale: quello della mitigazione ambientale. Per ridurre le isole di calore verrà lasciato ampio spazio agli specchi d'acqua, riducendo così la superficie pavimentata.

Tenendo sempre un occhio al tema delle temperature (le isole di calore, appunto) e a quello della qualità dell'aria, il progetto prevede lo spostamento fuori città, anzi, fuori provincia, delle cinque magnolie che svettano a barriera Garibaldi. Nel dettaglio, le magnolie sono già state ripiantate a Boretto, in terreni di proprietà di Aipo, che si occuperà anche della loro cura. La loro nuova sede verrà dotata di impianto di irrigazione a goccia, mentre il trasloco e il riposizionamento sono stati monitorati da un agronomo.

Ma perché questo trasferimento addirittura a Boretto? Perché l'opzione più semplice e drastica – il taglio degli alberi – è stata subito scartata e poi perché il loro trasferimento nel cortile interno del palazzo risultava impossibile a causa della presenza di altre piante.

Restando in tema «verde», ci sono ulteriori novità. Aipo donerà al Comune almeno cinque alberi (tanti quanti sono quelli trasferiti a Boretto), anche se le piante donate potrebbero essere di più, in modo da mantenere inalterata la quantità di vegetazione presente in città.

Pierluigi Dallapina