Intervista

Massimo Ranieri il 12 dicembre al Regio: «Questo spettacolo è un riassunto della mia vita»

Pietro Razzini

Un mito alla conquista dell’Olimpo. Giovedì 12 dicembre Massimo Ranieri sarà protagonista sul palcoscenico del Teatro Regio. «Tutti i sogni ancora in volo» è il titolo dello spettacolo (ore 21) che lo vedrà in scena per raccontare una straordinaria avventura, tra canto, recitazione, brani celebri, sketch divertenti e storie inedite. Lo show è inserito nella rassegna «Tutti a Teatro», realizzata da Caos Organizzazione Spettacoli con Arci Parma. Per lo show del cantante, che sarà anche tra i 30 big del prossimo festival di Sanremo, restano pochi i biglietti disponibili, sul circuito www.ticketone.it.

Ideato e scritto da Edoardo Falcone e Massimo Ranieri, «Tutti i sogni ancora in volo» plana sulla nostra città con il suo nuovo allestimento scenografico e una serie di indimenticabili canzoni scritte per lui da alcuni tra i più grandi cantautori italiani: «Parma è una delle città d’Italia che amo di più. Ma soprattutto amo il pubblico parmigiano che mi dimostra, in tutte le occasioni, un grande affetto. Poi ogni volta che torno a Parma mi vengono in mente gli anni del teatro con Strehler, quelli con De Lullo e con Giuseppe Patroni Griffi. Anni meravigliosi, vissuti insieme ai miei grandi maestri».

Cos’è un sogno per lei?

«Ripeto spesso nello spettacolo: “A me non basta un cassetto per i miei sogni perché avrei bisogno di un armadio a quattro ante”. E poi “io sogno” non è diverso da “io sono.” Per me smettere di sognare è smettere di essere».

A cosa lega il termine «indimenticabile» e cosa le manca ancora nella sua carriera?

«Un sogno realizzato è stato quello di pubblicare un album con brani inediti, arrangiati da un artista che ammiro da sempre: Gino Vannelli. Uno da realizzare? Mi piacerebbe, prima o poi, portare in scena una commedia di Eduardo De Filippo, anche se non so ancora quale potrebbe essere».

Che valore ha questo tour?

«Questo spettacolo è un riassunto della mia vita. È la prima volta che ne parlo. Intendo la mia “vita privata.” È quindi uno show pieno di energia positiva. Durante la serata mi racconto senza filtri. Giovanni Calone e Massimo Ranieri: uno non può esistere senza l’altro».

Quale insegnamento ha tratto dal suo percorso?

«Ce ne sono tanti. Ma mi piace sottolineare che, secondo me, l’uomo fa vivere l’artista, non il contrario. Le parole chiave di questo appuntamento che sto portando in tour per l’Italia sono diverse ma certamente l’amore è in primo piano».

Questo lavoro le regala ancora emozioni?

«Dopo tanti anni di carriera vivo ancora grandi emozioni ogni volta che salgo sul palco. Ne sento il bisogno: è il calore del pubblico a farmi provare sensazioni uniche».

Si sente cambiato nel tempo?

«In fondo, il “Giovanni Calone” adolescente e il “Massimo Ranieri” di ora sono rimasti la stessa persona: una persona onesta e caparbia, sia come uomo che come artista. Anzi io mi sono sempre ritenuto un semplice operaio dello spettacolo. Nulla di più».

Ci sono canzoni che le fanno battere il cuore più di altre?

«Tra i miei classici, il brano che più mi commuove e che amo è “Vent’ anni“: lo ricordo come se fosse ora. Avevo diciannove anni, era il 1970. E proprio quell’anno vinsi Canzonissima».