8 dicembre 1958

Tanti cari auguri Autostrada del Sole

Il 2024 sarà ricordato come l'anno dell'Autostrada del Sole. La prima grande strada moderna d'Italia, paese che fino ad allora viaggiava ancora lungo le antiche consolari d'epoca romana, ha compiuto infatti 60 anni. Un compleanno celebrato più volte visto il ruolo fondamentale che questa arteria ha avuto per lo sviluppo d'Italia. Ma il primo vagito della nuova strada vide protagonista Parma non nel 1964, bensì sei anni prima, esattamente l'8 dicembre del 1958.

Sessantasei anni fa veniva infatti aperto al traffico il primo tratto che da Milano portava sino alla nostra città. Una strada, scriveva con orgoglio la Gazzetta di Parma il 9 dicembre di quell'anno, che «una volta compiuta sarà una delle più moderne e perfette rotabili del mondo e rappresenterà la spina dorsale delle comunicazioni tra il Nord e il Sud d'Italia». Il giorno prima c'era stato il taglio del nastro alla presenza del presidente del consiglio Amintore Fanfani. Entravano in esercizio i primi 118 chilometri dei 760 complessivi che avrebbero portato auto e camion fino a Napoli. Per la verità mancava ancora all'appello il collaudo del ponte sul fiume Po a Piacenza che venne effettuato solo a giugno del 1959 usando 10 carri armati Patton da 44 tonnellate forniti dall'esercito degli Stati Uniti.

La cerimonia inaugurale il giorno della festa dell'Immacolata Concezione prese il via alle 10 da Melegano. Taglio del nastro da parte del capo del governo, benedizione del cardinal Montini (che nel 1963 diventerà papa Paolo VI) e poi lungo corteo di auto, scortato dalla polizia stradale, con tappe a Casalpusterlengo e nella nostra Fidenza prima di raggiungere il casello di Parma. Una corsa, manco a dirlo visto il nome della nuova arteria, «verso il sole». Racconta infatti la Gazzetta che a Melegnano «le nebbia avvolgeva la campagna e percorsi i primi cinquanta chilometri in un paesaggio tipicamente invernale, con una temperatura rigidissima, il viaggio si è concluso a Parma con il sole che poco prima di mezzogiorno ha dissolto la nebbia illuminando le compagne e sciogliendo parzialmente lo strato di ghiaccio e di brina». Arrivato a Parma Fanfani ripartì subito per Milano, sempre lungo la nuovissima Autosole, ma la festa per la nuova strada proseguì al Circolo di Lettura di via Cavour dove il ministro dei trasporti Giuseppe Togni, ricorda ancora la Gazzetta di allora, pronunciò «un breve discorso: “L'Italia nonostante le sue vicissitudini, riesce sempre a risollevarsi; questa che abbiamo inaugurato oggi è una grande opera, un'opera che ci consente di essere fiduciosi per l'avvenire del paese» e a Parma quel futuro era rappresentato anche dalla Autocamionale Fornovo-Pontremoli, primo cantiere dell'Autocisa, timidamente partito, viste le immediate gravi complessità ingegneristiche del tracciato, il 22 settembre di quell'anno. La giornata di festa si concluse con il ritorno del ministro a Roma, questa volta con il vecchio e caro treno.

La frase usata da Togni per celebrare la nuova strada sarebbe valida, verrebbe da dire, anche oggi perché allora, come adesso, le questioni che infuocavano il dibattito politico erano praticamente le stesse, a partire dal codice della strada. Ce ne sono ora sull'ultimo appena varato, succedeva la stessa cosa nel 1958 con tanto di proteste degli autotrasportatori che non accettavano i nuovi limiti di velocità, le regole sul sorpasso e il riposo festivo. Ma lo sciopero, con tanto di blocchi stradali, fu sospeso in quell'8 dicembre di 66 anni fa proprio per non rovinare la festa per la nuova arteria.

Ma come era quella strada? Due semplici serpenti d'asfalto divisi da una piccola striscia d'erba, niente guardrail. Tollerata quindi l'inversione a U, ma c'era già la recinzione esterna per evitare che qualche «portoghese» entrasse senza pagare.

E fatta l'autostrada ora servivano le auto. In città ce n'erano ancora pochissime ma il primo giorno di attività della nuova strada per Milano il successo fu clamoroso. Anche in questo caso c'è il racconto della Gazzetta di Parma di allora. «A mezzanotte in punto il personale ha dato inizio alle operazioni d'ingresso staccando il primo biglietto e consegnandolo al guidatore, al quale ha augurato un buon viaggio!» La vettura, scrive sempre il giornale del 10 dicembre 1958, non era «un'auto parmigiana ma una di Ravenna; per la storia era targata Ra 26494 ed aveva a bordo quattro persone». Il primo arrivo al casello di Parma da Piacenza 44 minuti più tardi. Il primo giorno di esercizio del casello cittadino della nuova autostrada si chiuse con 1500 vetture in entrata e altrettante in uscita. L'ingresso, scriveva il nostro quotidiano, è «illuminato da potenti lampade, segnalato da semafori a luce rossa o verde a seconda della corsia d'ingresso o di uscita, mentre un lampeggiatore giallo avverte di fare attenzione». Chi ha usato la nuova strada confida al cronista «che si può marciare ad alta velocità, che il fondo stradale permette una aderenza di sicurezza tra pneumatico e asfalto, che la visibilità è ottima, che il motore rende di più, che insomma vi si risparmiano tempo e benzina» (la normale costava allora circa 110 lire al litro). Ma ecco anche le prime critiche: «Manca una tabella luminosa direzionale che avverta gli autisti dell'imbocco dell'autostazione e mancano al crocicchio di via Trento con via Garibaldi gli appositi cartelli indicatori della vicina stazione di ingresso». Bene invece «l'adeguato rinforzo delle sezioni della Polizia stradale di Parma e di Fidenza» che avranno il compito di pattugliare, assieme a Piacenza, la nuova strada.

Da allora, da quell'8 dicembre del 1958, il serpentone di asfalto proseguirà verso sud. Prima Bologna, poi Firenze, infine il tratto Roma-Napoli. Il 4 ottobre del 1964, l'apertura definitiva con il viaggio inaugurale dell'allora presidente del consiglio Aldo Moro. Costo finale 270 miliardi di lire. L'Italia aveva la sua spina dorsale, modernissima, che portò sviluppo e una nuova mobilità davvero per tutti.

Giuseppe Milano