REGIONE

Ugolini: «Ambiente, la giunta de Pascale eviti approcci ideologici»

Pierluigi Dallapina

Avanti con la diga di Vetto, vista come un'opera fondamentale per difendere il territorio in caso di piogge straordinarie, ma anche come un prezioso serbatoio d'acqua durante la siccità dei mesi estivi. Elena Ugolini, consigliera regionale ed ex candidata alla presidenza della Regione, da Parma lancia il suo appello al neo governatore Michele de Pascale: «La nuova giunta regionali non affronti le tematiche ambientali con taglio ideologico. Servono opere per la difesa del territorio e manutenzioni ordinarie».

La diga incompiuta

«La realizzazione della diga di Vetto era iniziata nell'88, ma un anno dopo, nell'89, è stata bloccata. Se quell'opera fosse stata terminata non avremmo assistito, il 12 dicembre 2017, all'alluvione che ha devastato Lentigione», afferma Ugolini, ieri in visita alla Gazzetta di Parma, dopo essere stata a Lentigione in occasione del settimo anniversario dell'alluvione che provocò 1.157 sfollati e oltre 105 milioni di euro di danni, come ricordano ogni anno i due comitati «Diga di Vetto da 150 mln di mc» e «Alluvionati di Lentigione per la diga di Vetto grande».

Ora non è tutto fermo, ammette Ugolini, ma la battaglia per la diga non è terminata, come suggeriscono anche i nomi dei comitati. «C'è un progetto - assicura - ma si sta discutendo sulla sua cubatura. Serve una dimensione efficace per il territorio. Se la diga sarà troppo piccola, i benefici per il territorio saranno limitati. Ecco perché è necessario che si realizzi una diga con una capienza di 150 milioni di metri cubi, per mettere in sicurezza il territorio, garantire acqua all'agricoltura durante l'estate, penso al Parmigiano Reggiano e al pomodoro, e portare acqua di qualità alla popolazione, come già avviene in Romagna grazie alla diga di Ridracoli. Una diga la cui progettazione è iniziata negli stessi anni della progettazione della diga di Vetto. Solo che in Romagna l'hanno costruita, mentre qui dobbiamo ancora iniziare il cantiere».

Ugolini lancia una stoccata alle ultime giunte regionali. «Bisogna rimediare alla mancanza di cura del territorio. Una mancanza che va avanti da un trentennio».

Appello al presidente

Ugolini, dopo aver visto l'elenco delle deleghe distribuite agli assessori regionali, prende in esame il caso di Gessica Allegni, assessora alla Cultura e alle Pari opportunità, che dovrà occuparsi anche dei Parchi e della forestazione. «Chiedo a de Pascale che queste due deleghe in mano alla Allegni vengano trattate in modo non ideologico. Bisogna pulire i fiumi, anche nei parchi, senza pensare che la natura sia in grado di autoregolarsi».

Parma e la nuova giunta

Mercoledì de Pascale ha ufficializzato i nomi dei suoi assessori: tra questi non c'è nessuno dei tre neo consiglieri Pd eletti a Parma, ma figura il nome di Massimo Fabi alla Sanità. Una nomina che ha creato malumore anche all'interno del Partito democratico locale, che ha inviato una lettera al neo presidente. «Alla guida della sanità regionale ora c'è un tecnico - incalza Ugolini - ed è un problema del Pd se il partito parmigiano non è stato in grado di valorizzare i consiglieri regionali eletti con tantissime preferenze raccolte in città e provincia. I parmigiani hanno già visto Fabi all'opera e sono loro i primi a poter giudicare il suo operato. Di sicuro, l'unificazione dell'Azienda Usl e di quella ospedaliero universitaria non è ancora stata ultimata, sebbene fosse negli obiettivi di mandato di inizio legislatura nel 2020».

Ugolini poi sposta l'attenzione dalle persone alla delega della Sanità. «Al sistema sanitario dell'Emilia Romagna serve un cambiamento radicale, non un semplice maquillage, per ridurre le liste d'attesa e per realizzare una vera presa in carico dei pazienti, a partire dai malati cronici e dagli anziani».

Pierluigi Dallapina