Crollo a San Leonardo
I residenti svegliati in piena notte. E c'è chi si ritrova l'auto sotto le macerie
Il rumore, nonostante fossero da poco passate le 4 del mattino, nella zona di via Brennero e via Nuoro, nel cuore del quartiere di San Leonardo a pochi passi da via Trento, lo hanno sentito in tanti, svegliati di soprassalto da quel boato. È scattato perciò subito l'allarme dal momento che si è temuto che, tra le macerie di quell'edificio crollato, potesse esserci qualcuno. Fortunatamente all'interno non c'era nessuno, ma la scena apparsa a residenti e soccorritori arrivati immediatamente sul posto è stata subito altamente drammatica.
A collassare, in quello che tecnicamente si può definire un cedimento strutturale, un edificio di due piani composto da piano terra e primo piano in ristrutturazione. Subito avrebbe ceduto il tetto dello stabile, poi il crollo vero e proprio di tutto il caseggiato, che si trova su via Nuoro (dove si trova il numero civico 2) e via Brennero e dove fino a qualche tempo fa c'era l'officina di un fabbro. In pochi minuti a San Leonardo sono così arrivate varie squadre dei vigili del fuoco, sia dal comando provinciale di via Chiavari che da quello di Reggio Emilia. Insieme a loro le Volanti della polizia di Stato e la Squadra sopralluoghi della polizia scientifica, la polizia locale e la Protezione civile della Regione Emilia-Romagna. Il lavoro dei vigili del fuoco, per mettere in sicurezza la zona, e della polizia scientifica è andato avanti per alcune ore. Mentre i tratti interessati di via Brennero e via Nuoro sono stati transennati - e riaperti al traffico qualche ora dopo - i vigili del fuoco hanno prima di tutto, dopo aver ricevuto le chiavi dai proprietari dello stabile e aver staccato precauzionalmente luce e gas, mandato all'interno le unità cinofile. Un'operazione che ha dato subito esito negativo dal momento che l'olfatto dei due cani utilizzati sulla scena del crollo ha escluso la presenza di persone sotto le macerie.
Un'operazione non scontata dal momento che, anche se la casa era chiusa, non sarebbe stata la prima della zona utilizzata dai senzatetto per trovare riparo notturno. Sono poi intervenuti anche gli Usar dei vigili del fuoco, al lavoro con i loro strumenti, tra cui microfoni, telecamere e sismografi, ogniqualvolta si operi tra le macerie, derivate da eventi sismici, esplosioni, crolli o dissesti statici e idrogeologici. Anche in questo caso l'esito è stato negativo.
Toccherà ora al proprietario provvedere alla demolizione e alla messa in sicurezza globale della struttura.
Oltre ai danni subiti dall'edificio stesso, che si è praticamente sbriciolato, il crollo della palazzina si è lasciato dietro una lunga scia danni anche ad altri.
Le macerie sono infatti cadute, oltre che sulla strada, nel cortile del condominio che si trova dietro quello collassato, al civico 6 di via Isonzo, seppellendo l'automobile di proprietà di una che era parcheggiata proprio lì.
Non solo. Hanno riportato dei danni altre due auto, una che al momento del crollo era parcheggiata in via Brennero e un'altra in via Nuoro.
Sul luogo del disastro anche Quinto Monteverdi, la cui famiglia è proprietaria dell'immobile crollato. Tutto sommato, la prende con un pizzico di filosofia.
«All'interno non c'era nessuno - spiega mentre osserva i resti di quella che, come dice lui stesso, un tempo fu l'officina da fabbro di suo suocero - e questa è la cosa più importante. Devo dire che quando stanotte (ieri, ndr) mi hanno avvertito del crollo ho temuto che qualcuno, vista la zona e il fatto che la casa non era abitata, fosse entrato. Poi, quando ho saputo che non c'era nessun ferito, ho tirato un sospiro di sollievo».
Quell'immobile da qualche tempo disabitato avrebbe dovuto essere trasformato per costruire al suo posto degli appartamenti.
«Ho fatto richiesta di cambio di destinazione d'uso - aggiunge - che mi è stata concessa. Dovevamo partire con i lavori il 25 gennaio».
Il cantiere, da una prima occhiata, sembrava infatti già in essere o almeno in procinto di partire. Ora questo progetto, in attesa dei risultati degli accertamenti di vigili del fuoco e polizia, subirà un sensibile rallentamento, mentre il caso approderà in Comune.
Priamo Bocchi, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio, infatti, ha presentato un'interrogazione al sindaco Michele Guerra e alla Giunta in cui, tra gli altre domande, si chiede se «siano state effettuate le verifiche e i controlli sul cantiere, se questo risultava fermo e da quanto tempo, se le normative prevedevano un termine di fine lavori, se l'immobile avesse titolo di abitabilità e se, come riportano alcuni vicini, il piano superiore fosse saltuariamente occupato».
I residenti svegliati in piena notte
«Quel boato mi ha svegliato di soprassalto, sul momento pensavo che fosse qualcuno che buttava le bottiglie nella campana di vetro che si trova proprio qui davanti». Ma quel rumore, per alcuni simile a uno scoppio, che, intorno alle 4 dell'altra notte, ha interrotto il sonno di diversi residenti di via Nuoro, via Brennero e delle strade vicine, era stato causato dal crollo di una palazzina. «In quei brevi istanti, che mi hanno separato dall'appurare la verità, ho pensato a tante cose - continua il racconto - anche ai botti di Capodanno. Oppure ho ipotizzato che qualcuno, nonostante l'orario, stesse lavorando nei dintorni». Tutte ipotesi sbagliate. Ma non era facile immaginare cosa fosse davvero accaduto proprio di fronte a casa sua.
«Invece, poi ho visto che quella casa non c'era praticamente più - afferma - e ho capito finalmente da cosa era stato causato quel rumore così forte. Paura? No. Però, la scena - indica le macerie - è inquietante».
Allarga le braccia, invece, il figlio della donna che si è ritrovata la sua auto letteralmente sepolta dalle macerie. Era parcheggiata nel cortile del numero civico 6 di via Isonzo, proprio dietro la palazzina crollata, e ora quel veicolo non si vede quasi più, sparito sotto i detriti. Di parlare l'uomo ha poca voglia e non gli si può certo dar torto. Si limita a un'occhiata a tutto quel disastro e ad andarsene.
Da parte dei passanti, invece, a dire il vero ieri mattina presto neppure troppi, e i residenti, c'è sorpresa per la scena di quella struttura collassata e, proprio da parte di tutti, una domanda: «C'era qualcuno in casa? Qualcuno è rimasto sotto?». E, alla risposta di vigili del fuoco e forze dell'ordine, che non c'erano né morti né feriti, sul loro volto è comparso un sorriso. Che, anche se per qualcuno avrà poco valore, in un'era in cui il menefreghismo sembra andare per la maggiore, fa ben sperare.